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Cronaca Lampedusa e Linosa

Migrante "pentito" ricostruisce il traffico di esseri umani: scafista a giudizio

Al via il processo a carico del tunisino Faouzi Ben Manssour, 42 anni, riconosciuto in foto da tre connazionali: il gip ha disposto il giudizio immediato

A processo con l'accusa di avere trasportato illegalmente in Italia 48 migranti: nelle scorse settimane il gip Stefano Zammuto ha disposto il giudizio immediato nei confronti del tunisino Faouzi Ben Manssour, 42 anni, riconosciuto in foto da tre connazionali sbarcati il 7 luglio a Lampedusa.

Il dibattimento ha, quindi, preso il via davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, con l'ammissione dei mezzi di prova del pubblico ministero Chiara Bisso e del difensore dell'imputato, l'avvocato Gianfranco Pilato.

"In quattro guidavano l'imbarcazione con il gps, non saprei riconoscere chi sono gli altri tre. Siamo partiti dalla Tunisia con due barchini, poi trasbordati in una nave più grande. Abbiamo pagato seimila dinari per il viaggio iniziato sulle coste di Sousse, senza acqua, cibo e giubbotti di salvataggio". Questo, in particolare, il racconto di uno dei tre tunisini, che aveva aperto interessanti spunti investigativi nella lotta al traffico di esseri umani dall'Africa.

Gli altri due, invece, avevano fatto perdere le loro tracce prima di potere confermare la loro testimonianza nell'incidente probatorio. In seguito al racconto dei tre testimoni, era stato convalidato il fermo ed era stata disposta la custodia in carcere per Ben Manssour che, adesso, è finito a processo. 

L'udienza è stata aggiornata al 9 maggio per sentire due testimoni. 

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