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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'analisi / Lampedusa e Linosa

Migranti: tornano ad approdare i barconi di legno stracarichi, riaperto l'illegale fronte di partenze dalla Libia

Nonostante gli impegni del Governo italiano con le autorità di Tripoli, il Paese del Nord Africa centrale si conferma essere punto di esodo pienamente attivo

Ben 499, dei 1.326 migranti arrivati ieri a Lampedusa, sono partiti con 7 barconi dalla Libia: da Zuara, Sabrathra, Tripoli e Tagiura per la precisione. Le prime avvisaglie del fatto che anche il fronte libico delle partenze illegali si fosse riaperto si sono avutelo scorso 28 aprile quando con tre barconi sono giunti in 256. Ieri, la conferma. E non soltanto perché i migranti soccorsi hanno dichiarato che sono partiti dalla Libia, ma anche per il tipo di natante usato per le traversate.

Se dalla Tunisia i migranti salpano con un piccoli barchini di metallo (6 o 7 metri) elettrosaldato che faticano a stare a galla, e su ogni natante vengono imbarcati al massimo una cinquantina di persone, dalla Libia si parte con barconi di legno di almeno 10 o 12 metri sui quali vengono sistemati, come dimostrato dagli sbarchi di ieri, fino ad un massimo di 130 persone. Cambiano inoltre le nazionalità: dalla Libia partono più egiziani, marocchini, siriani, etiopi e palestinesi. Dalla Tunisia invece salpano più persone originarie di Costa d'Avorio, Ghana, Gambia, Mali e Sudan. 

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Nei giorni scorsi, il ministro delle Politiche del Mare e della Protezione civile, ex governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, aveva manifestato preoccupazione sui numeri già registrati di migranti arrivati (circa 40mila dall'inizio di gennaio). "Il mio timore - aveva detto Musumeci - riposa su due dati: il primo è quello storico degli anni passati: si è dimostrato che i mesi di luglio ed agosto sono quelli in cui maggiormente si registra il flusso dei migranti. Il secondo dato - aveva spiegato - è legato all'incertezza della situazione in Tunisia e nel Sudan, alla nuova apertura di rotte dalla Cirenaica e alla grande incognita legata, per capirci, alla rotta di Cutro, quella che parte della Turchia". 

Il "fronte" libico, come dimostrano i recenti approdi, nonostante gli impegni del Governo italiano con le autorità di Tripoli (a fine gennaio il premier Giorgia Meloni ha sottoscritto un accordo da 8 miliardi di dollari per aumentare la produzione di gas proveniente dalla Libia e in tema di potenziamento della cooperazione per la gestione dell'immigrazione clandestina è stato firmato un memorandum per la consegna di motovedette pagate con i fondi dell'Unione Europea) si conferma essere pienamente, e illegalmente, attivo. 

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