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Cronaca Lampedusa e Linosa

Il naufragio di Lampedusa, c'è la diffida: recuperare il peschereccio

La Guardia costiera ha "invitato" il comandante del “Valeria III” a riportare a galla la barca "per evitare sversamenti". La Procura ha disposto l'esame esterno della salma della vittima: il 59enne Giovanni Bono

La Guardia costiera, i militari del Circomare della più grande delle isole Pelagie nello specifico, ha diffidato il comandante del peschereccio “Valeria III”: “Si proceda al recupero della barca per evitare sversamenti in mare”. Non sarà semplice, né tantomeno sarà un’operazione da poter realizzare nel giro di qualche ora, ma il peschereccio “Valeria III” non deve inquinare e deve ritornare a galla. Anche perché dovrà essere sottoposto ad accertamenti tecnici per stabilire cosa abbia determinato, ad un miglio e mezzo da Capo Ponente, il naufragio che è costato la vita a Giovanni Bono, pescatore di 59 anni.

Peschereccio affondato e 59enne morto, aperta inchiesta per omicidio e naufragio

Ieri, a Lampedusa, è stata giornata di lutto cittadino, con tanto di bandiere – quelle del Municipio - a mezz’asta.

Sulla tragedia, la Procura della Repubblica di Agrigento – con a capo il procuratore Luigi Patronaggio – ha aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti per le ipotesi di reato di naufragio ed omicidio colposo. Oltre agli accertamenti tecnici sul peschereccio – sull'isola si parla di una falla apertasi all’improvviso nello scafo -, la Procura ha disposto l'esame esterno della salma del pescatore cinquantanovenne. Non l'autopsia, ma appunto l'esame esterno.  

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