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Giovedì, 25 Aprile 2024
Operazione "Levante" / Lampedusa e Linosa

Sorpreso ai domiciliari con 24 chili di cocaina collabora con i pm: Blandina a processo il giorno del blitz

Il sessantenne ha ricostruito con i magistrati le dinamiche legate allo spaccio a Lampedusa: il giorno del suo arresto scattò il sequestro più grosso della storia dell'isola

A processo nel giorno in cui è scattata l'operazione di cui è stato il principale protagonista: il lampedusano Ignazio Umberto Blandina, che ha contribuito in maniera decisiva a fare scattare l'operazione "Levante" su un traffico di cocaina allestito attorno a Lampedusa, compare davanti al giudice. L'isolano, lo scorso luglio, fu arrestato dopo essere stato sorpreso, mentre era ai domiciliari, con 24 chili di cocaina: si era trattato del più grande sequestro di droga mai eseguito nell'isola. 

Blandina, in seguito, ha deciso di collaborare con la giustizia rendendo ampie dichiarazioni confessorie al procuratore reggente Salvatore Vella e al pubblico ministero Giulia Sbocchia e ricostruendo i dettagli del giro. Il sessantenne ha disegnato alcuni scenari del mercato della droga che hanno caratterizzato l’isola di Lampedusa: dal ritrovamento di oltre 200 chili di cocaina ad opera di alcuni pescatori, in fondo al mare, alla gestione dei traffici con Favara e Catania, oltre allo spaccio nell’isola soprattutto nel periodo estivo.

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L’improvvisa immissione nel mercato lampedusano di tanta cocaina aveva fatto saltare le regole di mercato. Nell’isola i prezzi erano stati ribassati, anche per colpa della scarsa qualità della cocaina che risultava essere stata a contatto con l’acqua di mare. Tanto che gli spacciatori locali non si rivolgevano più ai precedenti fornitori. Ciò aveva creato allarme tra le fila del clan catanese che gestiva lo spaccio sull’isola - l'inchiesta ha accertato legami col clan Aiello - che d’improvviso si è visto estromesso dal giro.

In questa fase, tuttavia, vengono subito organizzate le contromisure e si decide di fare il percorso inverso: la droga doveva partire da Lampedusa e fare il giro della Sicilia. Francesco e Cristoforo Romano, quindi, secondo l'ipotesi della procura, avrebbero organizzato un finto trasferimento di un’auto guasta dall’isola sino a Catania dopo averla riempita di cocaina.

Il processo per l'arresto dello scorso luglio a carico di Blandina doveva proseguire con la requisitoria del pubblico ministero ma un impedimento del giudice Micaela Raimondo, impegnata fuori sede in un corso come tanti altri giudici del tribunale, ha fatto slittare l'udienza all'8 marzo. 

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