"Sulla barca senza cibo, acqua e giubbotti di salvataggio", tre migranti accusano: fermato scafista
Il gip convalida il provvedimento e manda in carcere il tunisino Faouzi Ben Manssour, 42 anni, riconosciuto in foto dai tre collaboranti. La Procura chiede l'incidente probatorio
Seimila dinari tunisini per salire sopra un barchino sulle coste di Sousse, senza acqua, cibo e giubbotti di salvataggio e poi venire trasbordati su una barca più grande fino all'avventuroso viaggio concluso sulle coste di Lampedusa. "E' stato lui, lo riconosco in foto".
Il racconto di tre tunisini, sbarcati il 7 luglio a Lampedusa insieme a un gruppo di complessivi 49 migranti, apre interessanti spunti investigativi nella lotta al traffico di esseri umani dall'Africa tanto che il pubblico ministero Sara Varazi ha chiesto al gip l'incidente probatorio per cristallizzare le testimonianze dei collaboranti che, subito dopo lo sbarco, hanno chiesto di parlare con la polizia per mettere nero su bianco come era stata organizzata la traversata e da chi viene gestito il giro.
Il giudice Francesco Provenzano, sulla richiesta di incidente probatorio, motivata dalla circostanza che i tre testimoni non hanno fissa dimora e possono fare perdere le proprie tracce, si pronuncerà nei prossimi giorni. Intanto è stato convalidato il fermo ed è stata disposta la custodia in carcere per il tunisino Faouzi Ben Manssour, 42 anni, riconosciuto in foto dai tre collaboranti.
L'indagato, difeso dall'avvocato Gianfranco Pilato, in occasione dell'interrogatorio di convalida, si è difeso dicendo di essere finito al centro di una sorta di complotto perchè non avrebbe consentito che l'imbarcazione proseguisse fino alle coste siciliane venendo, invece, fermata davanti a Lampedusa dalla Guardia costiera e indirizzata verso il molo Favaloro dove vengono di norma attivati i primi protocolli di assistenza.
I tre superstiti hanno raccontato che un gruppo di trafficanti recluta i migranti sulle coste della Tunisia per 6.000 dinari, che equivalgono a circa 1.800 euro, e li caricano su barchini in condizioni di sicurezza proibitive, lasciandoli senza cibo nè acqua.
Gli imbarchi, secondo il loro racconto, avvengono da diverse spiagge della Tunisia, a bordo di piccole imbarcazioni. I migranti vengono poi trasbordati in barche più grandi. I tre collaboranti hanno visionato l'album fotografico di tutti i compagni di viaggio indicando Manssour come l'uomo che guidava la barca aiutandosi con un gps.