Lampedusa brucia: incendiati i "cimiteri" dei barconi dei migranti, aperta un'inchiesta
A fuoco le "carrette del mare" abbandonate nell'area attigua al campo sportivo, ma anche quelle vicino la discarica di Capo Ponente
Lampedusa brucia. Qualcuno ha appiccato il fuoco alle barche utilizzate dai migranti per arrivare a Lampedusa. A più "carrette del mare" che erano state, nel corso degli anni, accatastate - e di fatto abbandonate - nell'area adiacente al campo sportivo e nell'area del deposito di Capo Ponente che è ben distante dalla zona dello stadio. Le colonne di fumo nero sono altissime e stanno letteralmente invadendo l'isola. Le fiamme sono visibili anche a parecchia distanza. Gli isolani sono increduli e sotto choc.
Nelle due diverse location sono al lavoro le squadre dei vigili del fuoco del distaccamento aeroportuale di Lampedusa. In campo ci sono 5 automezzi antincendio di cui due aeroportuali e stanno lavorando circa 15 pompieri. Ma anche i carabinieri - praticamente l'intera stazione di Lampedusa - è mobilitata per evitare rischi e per cercare di capire, fin da subito, chi sia stato. Anche la Procura della Repubblica di Agrigento è stata già informata.
Incendiati i barconi, il procuratore aggiunto: "Lampedusa non può diventare luogo di guerriglia urbana"
A Capo Ponente ci sono sempre state le barche più grosse: i pescherecci utilizzati dai tunisini e non solo. Questo secondo incendio risulta essere molto più complicato da circoscrivere e domare.
Appare scontato che ad agire - secondo la Procura - sia stato un gruppo di esagitati. Investigatori e inquirenti sono già al lavoro per fare luce su quelli che sembrano essere autentici episodi di intolleranza. Episodi che, questa notte, stanno facendo vedere quella che Lampedusa non è. Il doppio falò si registra a distanza di pochissimi giorni dallo sfregio fatto a Porta d'Europa: simbolo del fenomeno migratorio e di Lampedusa. Segnali inquietanti che, di fatto, potrebbero avere - ma l'inchiesta è appena all'inizio - un'unica mano. La Procura della Repubblica - con a capo Luigi Patronaggio e l'aggiunto Salvatore Vella - sta valutando, di fatto, tutto quello che si è, di recente, registrato sulla più grande delle isole Pelagie. Servirà del tempo, naturalmente, per fare chiarezza. Il fascicolo aperto è, infatti, a carico di ignoti. Per domani, a Lampedusa, è atteso il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano.