Lampedusa, niente accordo: confermato lo sciopero dei netturbini
Pagato uno stipendio agli operatori ecologici, le ditte avevano chiesto la revoca che non è stata accolta dal sindacato
Confermato lo sciopero dei netturbini di Lampedusa. Le ditte che hanno in appalto il servizio della raccolta rifiuti sulle due isole, Iseda, Sea e Seap, avevano scritto al sindacato U.S.B, che nei giorni scorsi aveva proclamato uno sciopero di tutto il personale addetto al cantiere di Lampedusa da domani e per 24 ore, chiedendone la revoca.
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Pagato uno stipendio ai netturbini, le ditte avevano, quindi, chiesto la revoca dello sciopero. "La generale difficoltà finanziaria in cui versano i comuni siciliani in questo momento - scrivono le ditte - ha costretto le imprese del settore, a considerevoli esposizioni bancarie ed oggi, a limitate disponibilità finanziarie. Tale ritardo nel pagamento delle spettanze non può costituire valido motivo per la sospensione di un servizio pubblico essenziale".
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Il sindacato ha replicato: "Nel sollecitare ancora una volta i pagamenti delle mensilità di marzo e aprile 2017, diffidiamo le RTI Iseda - Sea -Seap a non strumentalizzare l'attuale fase politica di Lampedusa che ci vede assolutamente estranei, con il sacrosanto diritto allo stipendio".
Lo sciopero, alla fine, come annuncia il segretario Usb Aldo Mucci, è stato confermato.