Il caso della nave "Diciotti", quattro donne incinte soccorse a Lampedusa
Sono state prima trasportate al poliambulatorio dell'isola e poi smistate in vari ospedali, con loro anche un minorenne con le convulsioni
Quattro donne incinte che si trovavano sulla nave Diciotti, diretta a Catania con quasi mille migranti e due cadaveri, sono state portate a Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera, insieme a un minorenne che accusava convulsioni. In un primo momento si era ipotizzato che fossero stati prelevati, invece, dalla nave Acquarius, al centro di un braccio di ferro internazionale fra Italia e Malta.
Ricoverati nel polialbulatorio dell'isola, le donne, in stato di disidratazione, sono state smistate fra il Civico e l'Ingrassia di Palermo e il San Giovanni di Dio di Agrigento. Il ragazzo, anche lui disidratato, dopo le cure è stato portato nell'hotspot dell'isola.
Sulla vicenda è intervenuto il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, il primo soccorritore: "E' uno sciagurato e assurdo braccio di ferro che si fa sulla pelle di queste persone. Si sono lasciati i migranti in balia del mare per fare tattica politica. Da comode poltrone si decide sulla sorte di questi ultimi della terra, senza strategie risolutive nè principi. E' intollerabile".