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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

In Belgio con un sogno grande, Gianni: "Lavoro in una multinazionale e sono fiero di me"

Un progetto grande, ovvero quello delle case a 1 euro ad Aragona, ma anche la voglia di non porsi limiti

Sei un attore, imprenditore, uno studente, o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie.

Centinaia di curriculm mandati, le poche risposte e la voglia di non stare con le mani in mano. L’idea, che poi diventa realtà, di scoprire nuovi posti e diverse culture. Così, quello che doveva essere un viaggio, diventa una una nuova vita. Da Agrigento, a piccoli passi, verso il Belgio. Un biglietto di solo andata che ha conosciuto anche l’amaro sapore delle difficoltà. Il nostro volto della settimana si chiama Gianni Graceffa e lavora in una multinazionale. Ecco la sua storia

Ciao Gianni, raccontaci la tua storia

"Mi chiamo Gianni Graceffa, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Palermo e abilitato come avvocato presso la corte d’appello di Palermo dal 2016. Nel marzo del 2015 insieme alla mia fidanzata, che nel frattempo è diventata mia moglie, abbiamo deciso di tentare l’avventura dell’estero: destinazione Belgio. Inutile dire i motivi che ci hanno spinto alla partenza. Al di là della reale voglia di fare un’esperienza all’estero, i motivi per la nostra generazione, quelli nati negli anni 80/90, sono purtroppo sempre gli stessi: l’assenza di lavoro e l’assoluta mancanza di prospettive. Per cui dopo aver inviato una marea di curriculum, ai quali il più delle volte non si aveva nemmeno un’email di conferma dell’avvenuta ricezione, ci siamo decisi alla partenza.

Siamo arrivati quindi in un paese, il Belgio, con una lingua, una cultura, una mentalità e un mercato del lavoro completamente diverso dal nostro. È stato necessario un periodo di adattamento, è stato necessario mettere da parte l’orgoglio di “laureato” e adattarsi a esperienze lavorative diverse che mi hanno permesso di migliorare la mia conoscenza della lingua, di cui avevo già una buona base. Non nascondo che i primi tempi non sono stati facili, ma poi piano piano riesci a trovare il tuo posto, riesci a farti apprezzare per le tue capacità e competenze e i sacrifici fatti cominciano ad essere ricompensati e capisci che il termine “meritocrazia” forse esiste davvero. Attualmente lavoro per la multinazionale tedesca Aldi, nella quale ricopro la funzione di direttore di punto vendita, in breve mi occupo della gestione di un’équipe di circa venti persone e della cura degli aspetti commerciali e amministrativi. Un lavoro dinamico e stimolante che apprezzo, all’interno di un’azienda che permette e invoglia all’avanzamento di carriera le persone competenti e con un certo titolo di studio.  Parallelamente a questa attività ho aperto la mia start up, ‘Il Servizio per gli Italiani’, azienda legale specializzata in diritto italiano. Con l’intento di sfruttare il mio titolo di studi e le mie competenze di avvocato, ho messo su un’attività di consulenza giuridica al servizio degli italiani residenti in Belgio. In particolare, siamo specializzati nel trattamento di casi bi-nazionali tra Italia e Belgio: successioni, affari commerciali, consigli in materia di acquisto/vendita case in Italia, recupero crediti ecc. In sostanza, mi occupo di tutto ciò che è il diritto italiano in tutte le sue sfumature, con particolare riguardo al diritto successorio, immobiliare e commerciale internazionale. Essendo il Belgio un paese a forte densità di italiani, la mia attività ha avuto modo di imporsi e farsi apprezzare. Il che mi rende orgoglioso dei risultati fin qui raggiunti”.

-Perché hai scelto di lasciare Agrigento?

"I motivi che spingono a lasciare la propria terra sono purtroppo sempre gli stessi: la mancanza di lavoro e di prospettive. Dopo tanti anni di studi e di sacrifici ti rendi conto che i curriculum e le candidature che invii non vengono nemmeno tenute in considerazione e che semmai dovessi trovare qualcosa sai già che devi sottometterti alle condizioni imposte senza batter ciglio. Non nascondo che la voglia di fare un’esperienza all’estero mi ha sempre attratto. Ma la scelta di lasciare il proprio paese non è proprio una 'scelta' o perlomeno io non la definirei come tale. Se potessimo scegliere di vivere nel nostro paese, accanto alle nostre famiglie e amici e con un lavoro dignitoso nessuno andrebbe via, ma bisogna sapere quali condizioni si è disposti a sopportare".

- Ti manca la tua città?

"Certo che si! Come potrei affermare il contrario? Quando abiti all’estero ti rendi conto davvero delle sue bellezze e rivendichi con orgoglio le tue origini, ma al tempo stesso vedi anche in maniera più nitida tutti i suoi difetti. Quando sei lontano, pensi unicamente a quando potrai tornarci e ogni volta che hai giorni di ferie sei pronto a fare il primo biglietto per ritrovare i tuoi cari. Eppure ogni volta che scendi scopri anche qualche sfumatura che prima non notavi e che adesso la rende o ancora più bella oppure inevitabilmente sempre più lontana dalla persona che sei diventato".

- Cosa cambieresti di Agrigento? 

"Quello che cambierei di Agrigento e di tutta la Sicilia in generale è la mentalità. Il sistema collaudato delle raccomandazioni, il fatto che per ottenere qualcosa che ti spetta di diritto devi chiedere dei “favori”, il doversi “accontentare” di quello che si ha, il lamentarsi per quello che non si ha ma al tempo stesso non far niente per cambiare le cose. Per il resto penso che Agrigento abbia molte potenzialità e dovrebbe far emergere al meglio le proprie bellezze puntando sul turismo low-cost".

- Hai un consiglio per i giovani agrigentini?

"Il consiglio che mi sento di dare è quello di viaggiare, aprirsi a nuovi orizzonti e non rimanere chiusi nella propria zona di confort. E soprattutto di non arrendersi di fronte alle difficoltà e di cercare di imparare da ogni singola esperienza per arricchire il proprio bagaglio culturale". 

-  Sogni di tornare?

"Un domani forse…certo che si! Mi piacerebbe tornare per investire nella mia terra e mettere a frutto le conoscenze acquisite all’estero, ma dipenderebbe dalle condizioni in cui mi troverei a operare".
 

 Raccontaci il tuo progetto su Aragona...

"È proprio nel quadro della mia attività di consulenza giuridica e dell’interazione con le vecchie generazioni di immigrati italiani ma anche delle nuove generazioni, sempre più attratte dal ritorno alle origini e dalla nostra bella Sicilia, che nasce il progetto delle case a 1 euro ad Aragona. L’intento è quello di dare a coloro che hanno voglia di investire in Sicilia, la possibilità di poterlo fare a delle condizioni che invogliano ancor più a tentare l’esperienza; permettendo al tempo stesso la riqualificazione del nostro centro storico e perché no un rilancio dell’economia locale. Ad oggi il progetto, che abbiamo lanciato solo da qualche settimana, ha fatto parecchio rumore. Ho ricevuto diverse chiamate da gente che abita in Belgio e in Francia per avere informazioni in merito a questo progetto e l’interesse è notevole. Per cui speriamo che possa avere un buon riscontro concreto nell’immediato futuro”.

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