rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Un ciak alla vita, Fabrizio Milano: "Sono un attore e sognavo questo da bambino"

Ha recitato nel teatro della sua città del cuore, ovvero il "Pirandello". Un sogno nel cassetto e l'ambizione di riuscire a vivere di recitazione

Sei un attore, imprenditore, uno studente, o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Se un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie.

Essere attore per vocazione, per istinto ed anche per scelta. Si può? La risposta è si. A dimostrarlo è Fabrizio Milano, agrigentino che da anni vive a Roma. La capitale, patria giusta di attori di grande spessore. All’ombra del Colosseo, si fa spazio una faccia buona, ovvero quella di Fabrizio. Talento, voglia di farcela e grande ambizione, a pugni contro un mondo che sconti - da sempre - non ne riserva. 

Un trentenne diventato uomo presto, ovvero quando c’era da dimostrare che sul palcoscenico vanno i più bravi. Lui lo è, per questo ha conquistato pubblico, registi e addetti ai lavori.  Ecco la storia di Fabrizio Milano.

Ciao, raccontaci la tua storia...

"Sono nato a Palermo ma cresciuto ad Agrigento, classe 89. Fin da piccolo sognavo di lavorare nel mondo del cinema. Da principio come regista poi qualcosa è cambiato e ho preferire stare davanti la macchina da presa o più semplicemente sopra un palcoscenico. Dopo essermi diplomato al Liceo scientifico diciamo che non ho avuto dubbi, nonostante abbia provato il test d’ingresso alla facoltà di farmacia di Catania, più per fare contenti i miei, che per reale interesse; test che inoltre con mia grande sorpresa passai e mi bastò questo per farli felici. Ho deciso di trasferirmi a Roma per poter studiare finalmente recitazione.  Vivo quindi a Roma da dodici anni e sono un attore". 

Ti manca la tua città?

"Ho sempre avuto un rapporto di amore e odio con la mia città. Amore perché è il luogo del cuore, luogo nel quale sono cresciuto e in cui ho ricevuto la mia prima formazione; odio perché non ho potuto iniziare a studiare recitazione quando avrei voluto, e del resto come avrei potuto in mancanza di scuole o corsi di recitazione? Oggi mi manca molto Agrigento conscio però del fatto di non volerci più vivere". 

In cosa, secondo te, deve migliorare Agrigento?

"Credo siano tanti gli aspetti in cui dovrebbe cambiare Agrigento, mi limiterò a dire che, nonostante si siano fatti dei grossi passi in avanti, mi piacerebbe si investisse ancora di più sulla cultura. Mancano i teatri soprattutto quelli off, dove sempre più spesso oggi siamo abituati a vedere gli spettacoli più interessanti grazie alla costante ricerca o sperimentazione". 

Hai un consiglio per i giovani agrigentini?

"Il consiglio che mi viene da dare agli agrigentini, ma che rivolgerei a tutti anche a chi è nato e cresciuto a Roma, è quello di spezzare il cordone ombelicale con la propria città, di perdersi in giro per il mondo per poi ritrovarsi e capire veramente qual è il luogo in cui sentirsi a casa. Io purtroppo rimpiango di non aver lasciato l’Italia anni fa, anche solo per provare come sarebbe stata la vita in un altro paese; ad oggi non credo mi converrebbe lasciare Roma, almeno per adesso, poi chi lo sa". 

Sogni di tornare?

"Amo ritornare per lavoro e finora mi è capitato di farlo grazie a tre splendide esperienze professionali, la prima per girare una serie tv Rai “Donne” di Andrea Camilleri, la seconda per recitare in un dramma pirandelliano “Vestire gli ignudi” con la regia di Gaetano Aronica (grazie al quale ho coronato il sogno di recitare al teatro Pirandello di Agrigento) e per la terza ringrazio Vittoria Faro per avermi scelto come Oreste nella sua “Elettra” di Hofmannsthal portato in quella splendida cornice che è la valle dei templi. Spero di avere l’opportunità in futuro di tornare a lavorare nella mia città". 

Qual è il tuo più grande sogno professionale?

"Riuscire a vivere facendo solo quello che amo fare cioè recitare. Mi basterebbe questo".

Dove ti vedi tra vent’anni?

"Sinceramente non mi vedo, sono abituato a concentrarmi sul presente. Rispetto al futuro, come diceva qualcuno “quel che sarà sarà e quando verrà il momento l’affronteremo". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un ciak alla vita, Fabrizio Milano: "Sono un attore e sognavo questo da bambino"

AgrigentoNotizie è in caricamento