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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La Cgil agrigentina alla manifestazione di Roma

Si vuole ricordare al presidente Monti che tutti si aspettano una operazione finanziaria nel...

Oggi una delegazione di agrigentini, tra lavoratori e pensionati, tra dirigenti ed attivisti, tra donne ed uomini, tra giovani e terza età, parte alla volta di Roma per partecipare alla manifestazione nazionale della Cgil. Una manifestazione per ricordare al Presidente Monti che, dal sud al nord, tutti si aspettano una operazione finanziaria nel segno della discontinuità e della equità.

"Dopo avere subito in questi ultimi anni un progressivo alleggerimento del valore di acquisto dei salari e delle pensioni - si legge nella nota di Mangione e Lo bello - la cancellazione dei fondi per le politiche sociali (dall'infanzia alla non autosufficienza) il non rinnovo di decine di migliaia di contratti atipici (in Agrigento oltre 1.700 posti cancellati), l'assenza di progetti per i giovani fuori usciti dalla scuola, mentre la bolletta del caro vita ha continuato e continua a crescere, ci si aspetta un equilibrio nei sacrifici richiesti a tutti. L'Italia non è il Titanic e non deve affondare. Ma non è possibile - continuano i rappresentanti sindacali agrigentini - che dai marosi della crisi si continuino a salvare quelli della prima classe, mentre a pagare rimangono quelli della seconda e terza classe, esattamente come sul transatlantico".

"Si torna a manifestare a Roma perchè non ci si arrende, si è resistenti e non si abbassa la testa, continuando a rivendicare per tutti, anche per gli scettici, una sana politica fondata sulla giustizia sociale che pretenda il giusto contributo che  sino ad ora non hanno  dato all'Italia i privilegiati, gli evasori, i ricchi, i nababbi che anche in Agrigento, ad esempio, non pagavano e forse ancora non pagano la tarsu la tia, il servizio idrico, le tasse comunali e nazionali, i contributi sociali ed il giusto salario ai lavoratori e ai collaboratori in tante aziende e studi professionali. Domani, sabato 3 dicembre - concludono Lo Bello e Mangione - a gran voce collettiva, si dirà a Monti che lunedì 5 si deve ricordare di non commettere atti governati lungo il solco di quelli che hanno portato alla depressione dell'economia ed alla recessione finanziaria del Paese ed al disastro di milioni di famiglie".

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