L'incidente mortale sul lavoro alla diga Furore, c'è il terzo indagato: è un operaio
I consulenti, nominati dal sostituto procuratore Salvatore Vella - che è il titolare del fascicolo d'inchiesta per "omicidio colposo" -, hanno presenziato allo smontaggio del montacarichi utilizzato dalle due vittime
Accertamenti tecnici irripetibili sono stati effettuati, ieri mattina, alla diga "Furore". I consulenti, Antonio Barcellona e Alessandro Benigno dell'università di Palermo, nominati dal sostituto procuratore Salvatore Vella - che è il titolare del fascicolo d'inchiesta per "omicidio colposo" -, hanno presenziato allo smontaggio del montacarichi utilizzato dai due operai che, lo scorso 9 ottobre, persero la vita in un incidente sul lavoro. Alla diga "Furore" sono stati presenti, in ausilio, i vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento e, naturalmente, i carabinieri della stazione di Naro che sono stati - già da tempo - incaricati delle indagini. Il fascicolo d'inchiesta - per la morte di Francesco Gallo, 61 anni, di Naro, e di Gaetano Cammilleri, 55 anni, di Favara - si è, intanto, ampliato. Una terza persona - un operaio che, quel giorno, al momento dell'incidente, movimentava il montacarichi - è stato iscritto nel registro degli indagati. E il suo nome si è andato ad aggiungere a quello del dirigente regionale del dipartimento Acque e Rifiuti e a quello dell'addetto alla diga. A fare aumentare il numero delle "posizioni di garanzia" - con, appunto, un terzo indagato - è stato l'esame degli incartamenti acquisiti un paio di giorni dopo il mortale incidente sul lavoro.
Il monito durante i funerali: "La vita e la dignità di ogni lavoratore vanno protetti"
All'accertamento tecnico irripetibile di ieri mattina erano presenti, naturalmente, anche gli avvocati difensori dei tre indagati. Ma anche i difensori e i consulenti tecnici di parte delle famiglie delle due vittime. Il montacarichi è stato utilizzato, quel maledetto lunedì mattina, dai due operai che dovevano raggiungere i locali dove sono situate le pompe idrauliche. Ieri, durante l'accertamento tecnico irripetibile, è stato appunto smontato e trasportato in una officina autorizzata dove verrà sottoposto ad un particolare esame. Si dovrà accertare e stabilire, infatti, quale realmente era la qualità, nonché quale fosse meccanicamente la tenuta del materiale che compone il montacarichi. Perché - secondo l'ipotesi investigativa sviluppata fino ad ora - la causa dell'incidente mortale sul lavoro sarebbe stata proprio quell'attrezzatura "deteriorata". L'apparecchiatura, fin dalle prime battute investigative, è risultata essere "tecnicamente non adeguata" per il trasporto delle persone. Il montacarichi si è - stando sempre alla ricostruzione degli inquirenti - all'improvviso, rotto facendo precipitare i due operai da un'altezza di circa 32 metri. Ed entrambi sono, purtroppo, deceduti sul colpo.