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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il provvedimento / Joppolo Giancaxio

Abusi edilizi nel castello settecentesco della famiglia dei Firetto? Dopo 4 anni scatta il dissequestro

Il giudice, 3 settimane fa, prima dell'apertura del dibattimento ha emesso una sentenza di non doversi procedere: le presunte trasformazioni sarebbero iniziate oltre 12 anni fa e accertate 6 anni fa. La difesa: "Sarebbe stato opportuno garantire l'esercizio dell'impresa, valuteremo se ricorrere alla Corte di Strasburgo"

Tre settimane dopo la sentenza di non doversi procedere, perchè i reati sono prescritti prima ancora che si apra un processo per verificare se sono stati commessi, scatta il dissequestro del Castello Ducale di Joppolo Giancaxio.

Il giudice monocratico Sabrina Bazzano aveva emesso una sentenza di non doversi procedere per l'ex sindaco di Agrigento e Porto Empedocle, e attuale consigliere comunale di Agrigento, Calogero Firetto e il fratello Mirko, ai quali si contestava di avere trasformato una vecchia residenza settecentesca in un castello, per nozze vip e non solo vip, con abusi edilizi e permessi illegittimi.

L'inchiesta, secondo quanto veniva ipotizzato, aveva accertato la realizzazione di opere abusive, sia all'interno che all'esterno, legate al restauro del Castello Colonna, vecchio complesso monumentale di Joppolo Giancaxio risalente ai primi del Settecento, che la famiglia dell'ex sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, ha acquistato una decina di anni fa per restaurarlo e destinarlo a banchetti nuziali. Il castello era definitivamente sotto sequestro dopo il pronunciamento della Cassazione.

La trasformazione della struttura, secondo quanto veniva ipotizzato, sarebbe avvenuta in violazione di norme edilizie e urbanistiche. Fra le principali violazioni viene indicata la realizzazione di un ampio parcheggio costruito dopo "significativi sbancamenti, terrazzamenti, camminamenti e scalinate con alterazione della configurazione estetica e morfologica del paesaggio originario". E' proprio questa la principale accusa mossa dal pm che contestava - attraverso la realizzazione di diversi manufatti, costruzioni e strutture - "la radicale e integrale trasformazione dell'immobile e la modifica della destinazione d'uso". Contestata anche la violazione del vincolo paesaggistico e il reato di "distruzione e deturpamento di bellezze naturali".

L'ipotesi della Procura della Repubblica di Agrigento, che aveva disposto la citazione a giudizio per i proprietari dell'immobile di Joppolo Giancaxio, ritenuti commitenti delle opere realizzate a partire dal 2011, non sarà mai vagliata in contraddittorio. I difensori - gli avvocati Angelo Farruggia, Gaetano Caponnetto, Vincenzo Caponnetto e Antonino Reina - prima che venisse aperto il dibattimento hanno chiesto al giudice di dichiarare la prescrizione dei reati. 

Firetto e i suoi difensori, in più circostanze, hanno ribadito la correttezza dei lavori di ristrutturazione del vecchio complesso. Tesi che, prima di venire ribaltata, era stata accolta dal tribunale del riesame di Agrigento che ne aveva disposto la restituzione. Nessun commento da parte dei proprietari che, adesso, potranno riprendere l'attività e annunciano che "già dalla stagione in corso tornerà pienamente operativo". La difesa, invece, attacca: "Sarebbe stato opportuno garantire l'esercizio dell'impresa, valuteremo se ricorrere alla Corte di Strasburgo". 

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