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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Intercopa: "Ci vuole l'intervento del Papa per tornare alla gestione pubblica dell'acqua?"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Ventisette sono i comuni gestiti dalla Girgenti Acque, proprio come i 27 stati che comporranno la Comunità Europea dopo l’uscita della Gran Bretagna. Potrebbe sembrare una forzatura accostare i due temi, se non altro per la dimensione degli interessi in campo, ma Inter.Co.P.A ritiene che le analogie tra le due questioni vadano oltre le semplici coincidenze numeriche.

In entrambe i casi è la politica a determinare una condizione di stallo quando, invece, sarebbe necessario convergere rapidamente verso la soluzione definitiva.

Quella stessa politica che, nel nostro specifico ambito, dimentica l'esistenza di regole, norme e leggi, la cui semplice applicazione condurrebbe rapidamente alla soluzione del problema, per tergiversare, invece, intorno a questioni e argomenti del tutto strumentali, non curante dei 430.000 cittadini della provincia che da anni attendono risposte.

Ogni giorno e da più parti, sul tema della gestione idrica nella nostra provincia, si levano richieste di chiarimenti, incontri, si sollecitano azioni e quant'altro, ma quante di queste iniziative puntano nella giusta direzione?

A esempio, quei Sindaci che invocano sollecitamente l’intervento dell’ATI per risolvere la questione dei 16 comuni “ribelli”, ritengono forse di contribuire positivamente alla soluzione del problema o è un modo per irritare gli animi?

Quei comitati e associazioni che chiedono incontri ai Commissari di Girgenti Acque non riconoscono forse, come ritiene Inter. Co. PA, che l'unico legittimo interlocutore sia l’ATI? Può forse un incontro con i Commissari modificare le regole sancite dal regolamento d’utenza” e la “Carta dei Servizi” senza l’approvazione dell’ATI?

Quel comune “ribelle” che, con un documento a firma della Sindaca e di tre ex sindaci insieme al comitato “Acqua Pubblica Gestione Diretta”, si è rivolto a un Cardinale per chiedere quanto, a loro dire, spetterebbe di diritto, ovvero l’autonomia della gestione idrica, ritiene forse di aver trovato il giusto interlocutore nell'autorità ecclesiastica?

Se così è, tanto vale scomodare il Papa e chiedere direttamente a Sua Santità d'intercedere per il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua in provincia, facendoci anche illuminare e comprendere meglio se il concetto di “Solidarietà” è universale o parcellizzabile. Ironia a parte, l’appello di Inter.Co.P.A. è quello di fare meno comunicati stampa o incontri estemporanei e promuovere, invece, più incontri, con criteri dell’ufficialità, per giungere a una soluzione solidale di gestione del servizio idrico, lontana da strumentalizzazioni politiche e da interessi “parcellizzati”.

A tal proposito, Inter. Co. PA ribadisce che la forma migliore per la gestione pubblica dell’acqua non può che essere la costituzione dell’Azienda Speciale Consortile, la quale assicurerebbe una gestione “solidale” e garantirebbe da eventuali successive modifiche societarie e, soprattutto, dal ritorno alla gestione privata.


 

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