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Insulti all'eurodeputato Giarrusso ("Maiale, porco grosso e buco di c..."): prosciolto candidato a sindaco

Lillo Massimiliano Musso aveva pubblicato video e post in cui etichettava l'ex inviato de Le Iene come "pollo e alleato delle massomafie". Dopo un'iniziale condanna, con la formula del decreto penale, il giudice dichiara il non doversi procedere: "Querela presentata con una serie di irregolarità formali"

"Come può un pollo giudicare il volo delle aquile? Giarrusso che giudica Craxi è come un buco di c.. che restringe l'universo". Queste e tante altre frasi di scherno, diffuse con post scritti e video pubblicati su facebook dall'avvocato e attivista politico Lillo Massimiliano Musso, avevano provocato la reazione dell'ex inviato de Le Iene e attuale europarlamentare che lo aveva querelato per diffamazione aggravata.

Una denuncia che aveva portato pure alla condanna dell'attuale candidato a sindaco di Ravanusa che ma che, adesso, è stata cancellata dopo che il giudice, su richiesta del difensore dell'imputato, l'avvocato Michele Cardella, ha constatato una serie di irregolarità formali nella querela presentata da Dino Giarrusso, che si era pure costituito parte civile, ha dichiarato il "non doversi procedere". 

In particolare è emerso che la querela era stata redatta in Belgio, dove l'eurodeputato si trovava per ragioni istituzionali, e depositata da un delegato senza la procura speciale. Una violazione procedurale che rende non punibile la diffamazione, reato non procedibile di ufficio. 

L'episodio al centro della vicenda risale all'aprile del 2021 quando Musso pubblicò due video e un post attaccando a muso duro Giarrusso. "Questi cialtroni che si sentono porci grossi - aveva scritto a proposito dell'eurodeputato - vanno presi per quelli che sono: parassiti, opportunisti...". E poi ancora: "I migliori alleati delle massomafie. Più che una iena mi pare nu scemu". Ancora più esplicito il contenuto di un video in cui gli dava del "maiale e porco grosso". 

La sentenza di "non doversi procedere per mancanza delle condizioni di procedibilità", ovvero perchè mancava una querela validamente presentata, è stata emessa dal giudice Antonella Ciraulo. Lo stesso pubblico ministero Sara Varazi, dopo che è stata rilevata l'irregolarità formale, ha chiesto al giudice il proscioglimento dell'imputato. 

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