Inizia l'anno Giordaniano
Con la messa officiata dall'arcivescovo Montenegro ha inizio l'anno dedicato ai festeggiamenti in...
Ha inizio il 20 novembre l’anno Giordaniano: un anno interamente dedicato ai festeggiamenti in onore di Giacinto Giordano Ansalone in occasione del venticinquesimo anniversario della sua canonizzazione. A inaugurare l’anno di festeggiamenti in suo onore, la celebrazione solenne della Messa officiata dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, e animata dai giovani del paese. Durante l’offertorio, il sindaco Leto Barone ha portato all’altare l’olio che alimenterà la lampada di San Giordano, che rimarrà accesa per l’intero Anno Giordaniano.
Nato a Santo Stefano Quisquina il primo novembre del lontano 1598, Giacinto fu battezzato nella Chiesa Madre del paese, in cui ancora si conserva il Fonte Battesimale dell’epoca. Frequentò i Domenicani del paese natio, poi studiò ad Agrigento e Palermo, finché non partì alla volta di Salamanca, e da lì, si recò poi nelle Filippine, iniziando la sua grande avventura missionaria con altri religiosi, nel 1625. Nel 1633 fu mandato in Giappone, dove gli annunziatori della parola di Cristo venivano perseguitati: a questo proposito proprio San Giordano ci parla dei travagli che dovette subire in una lettera che ci è stata tramandata, dove descrive i pericoli e i rischi corsi per via della sua missione. In un’altra lettera ci parla di una sua malattia, che lo costrinse a ritornare a Nagasaki, poiché pensava di essere in punto di morte. “Ma la Vergine Santissima mi guarì – si legge nel documento– avendoLe io chiesto con fiducia filiale di ridarmi la salute fino a che mi avessero ucciso per Cristo”. Così, secondo il suo volere, il missionario stefanese fu perseguitato e subì numerose torture, ricusò fermamente qualsiasi proposta di apostasia e fu per questo appeso al patibolo, sulla “collina dei Martiri” di Nagasaki, dove spirò il 17 novembre 1634.