Morì per "una forte infezione nosocomiale", chiesto 1.367.700 euro di risarcimento
I familiari dell'uomo che ha perso la vita hanno citato in tribunale l’ospedale Buccheri La Ferla, l’Ismett, l’Am Trust Europe, il ministero della Salute e l’azienda sanitaria provinciale di Agrigento
Secondo la consulenza medico legale di parte, l’uomo sarebbe deceduto “in seguito alla comparsa di sepsi generalizzata sostenuta da germi patogeni multi resistenti”, cioè a causa di una forte infezione nosocomiale contratta presumibilmente all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo dove è rimasto ricoverato dal 2 al 4 novembre del 2018. L’uomo è “rimasto posizionato su una barella collocata in corsia, con la diagnosi di insufficienza respiratoria in paziente con chetoacidosi diabetica”. A causa dell’aggravamento delle condizioni cliniche, il paziente è stato poi spostato all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca dove è rimasto una sola notte e poi, ancora un nuovo trasferimento, all’Ismett di Palermo dove è deceduto.
Adesso, i familiari hanno citato in giudizio – e la prima udienza si terrà il prossimo 3 novembre – l’ospedale Buccheri La Ferla, l’Ismett, l’Am Trust Europe, il ministero della Salute e l’azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Una citazione – dinanzi al tribunale del capoluogo siciliano – per accertare e dichiarare “la responsabilità solidale nella causazione del decesso”. La famiglia dell’uomo chiede un risarcimento danni di complessivi 1.367.700 euro o la maggiore o minore somma da quantificarsi nel corso del giudizio.
Una richiesta che, per l’Asp di Agrigento, non è risultata essere coperta da polizza assicurativa. L’azienda sanitaria provinciale ha comunque già deciso di costituirsi in giudizio per resistere alle richieste: “Considerato che la richiesta di risarcimento risulta essere generica e, tra l’altro, anche in difformità alle conclusioni portate dalla consulenza medico legale di parte – hanno scritto dall’Asp – è opportuno procedere alla costituzione in giudizio allo scopo di difendere la legittimità e la correttezza dell’azienda sanitaria provinciale al fine di ottenere il rigetto delle pretese risarcitorie avanzate”. Il commissario straordinario dell’Asp, Mario Zappia, ha già deciso di affidare l’incarico di difesa e rappresentanza ad un avvocato esterno all’ente, tenendo conto degli elenchi dei professionisti esterni approvati. Il responsabile del servizio Legale dell’Asp aveva, del resto, comunicato di non poter assumere l’incarico a causa della disponibilità data, e ricadenti nello stesso periodo, per concomitanti adempimenti processuali. Ecco dunque la scelta del commissario straordinario di ricorrere, appunto, ad un professionista esterno.