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Lunedì, 4 Dicembre 2023
Incidenti stradali

Sedicenne morto dopo caduta dal viadotto, condanna definitiva per l'amica

La Cassazione rigetta il ricorso della difesa: 1 anno di reclusione per l'automobilista 31enne Lorena Siracusa riconosciuta colpevole di avere provocato il decesso di Alessandro Bonamico

Ricorso rigettato e condanna definitiva per Lorena Siracusa, 31 anni, accusata di avere provocato il decesso dell'amico sedicenne Alessandro Bonamico, seduto nel sedile posteriore della sua Lancia Y, precipitata dal viadotto Morandi il 26 dicembre del 2009.

La Suprema Corte, alla quale si era rivolto il difensore, l'avvocato Giuseppe Scozzari, non ha modificato il verdetto dei primi due gradi di giudizio con cui la ragazza veniva condannata a 1 anno di reclusione.

L'auto condotta dall'imputata finì fuori strada, secondo quanto accertato dal processo per la velocità elevata, e andò a sbattere in una scarpata dopo avere abbattuto le barriere del viadotto che collega Agrigento con Porto Empedocle. Lorena Siracusa e un'altra passeggera minorenne restarono ferite ma riuscirono a uscire dall’auto senza gravi traumi. Alessandro Bonamico morì sul colpo. 

Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Felicetta Marinelli, aveva chiesto l'annullamento con rinvio, ovvero un nuovo processo. "La sentenza - aveva sostenuto nelle conclusioni scritte del processo - non sembra adeguata con riferimento all'eventuale concorso di colpa del gestore della strada e non pare corretta la motivazione del mancato riconoscimento delle attenuanti del risarcimento del danno".

Nello stesso procedimento erano imputati anche l'ingegnere Giuseppe Pietro Clemente, responsabile del centro di manutenzione Anas, ed Emanuele Montana Lampo, coadiutore di Clemente: la Procura contestava anche a loro il reato di omicidio colposo perché, oltre alla “velocità e alla condotta di guida sconsiderata” della ragazza, si riteneva fossero stati troppo bassi i guard rail perchè l’auto della ragazza, che trasportava il povero Alessandro e un’altra amica, dopo averli urtati precipitò sotto il ponte Morandi.

La tesi accusatoria, però, non ha retto neppure al vaglio dell’udienza preliminare dove i due tecnici furono prosciolti. Con la sentenza della quarta sezione della Cassazione è arrivato il verdetto conclusivo sull'intera vicenda. 

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