"Ma che minchia è questa cosa che si accende?": la scoperta e la distruzione di più cimici collocate al porto
Non soltanto ne erano a conoscenza, ma in un caso erano anche presenti delle donne. I pm: "Alcuni indagati, all’esito di un’attività di ricerca finalizzata ad aggirare l’attività di controllo da parte dell'autorità giudiziaria, individuavano e distruggevano alcune periferiche di ascolto per le intercettazioni ambientali collocate sotto i new-jersey del molo Crispi nel porto di Porto Empedocle"
Non soltanto ne erano a conoscenza, ma in un caso erano anche presenti. L’inchiesta "Fish&Drug" si è avvalsa anche di sistemi di videosorveglianza e cimici collocate anche al porto. "Non è stato facile, perché al porto si sono anche registrati furti di microspie", collocate da polizia e Procura - aveva evidenziato già ieri, durante la conferenza stampa, il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella - . E nell’estate del 2019 più periferiche di ascolto, per le intercettazioni ambientali collocate sotto i new-jersey del molo Crispi a Porto Empedocle, sono state scoperte e rimosse. Erano presenti e ne hanno parlato anche delle donne.
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"Ad ulteriore conferma della scaltrezza di tutti gli indagati coinvolti e della piena e consapevole partecipazione di ciascuno all’attività di illecita detenzione della sostanza stupefacente del tipo hashish, nonché della consapevolezza delle gravi conseguenze potenzialmente riconnesse all’eventuale accertamento delle loro rispettive responsabilità, si rappresenta - hanno scritto i pm nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare - come alcuni indagati, all’esito di un’attività di ricerca finalizzata ad aggirare l’attività di controllo da parte dell'autorità giudiziaria, individuavano e distruggevano alcune periferiche di ascolto per le intercettazioni ambientali, collocate sotto i new-jersey del molo Crispi nel porto di Porto Empedocle".
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E’ il 20 ottobre del 2019 quando, a bordo dell’auto utilizzata da Gaetano Volpe (destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere) alcune donne dialogavano proprio in merito al rinvenimento delle microspie: “Lo sai chi se n’è accorto? Se n’è accorto .. quando è uscito Riccardo, che è uscito con la barca e c’era questa cosa che faceva così, da sotto, prende e gli fa, dice: ‘Tà … ma che minchia è questa cosa che si accende?’. L’ha presa Tano, l’hanno buttata in mare”. La prima periferica audio – secondo quanto è emerso dalle pagine della richiesta di ordinanza di custodia cautelare della Procura – è stata asportata alle ore 9 del 14 agosto del 2019 dai membri di uno dei due pescherecci tenuti d’occhio dagli investigatori. La seconda sottrazione di microspie avveniva invece alle ore 14,30 dello steso giorno e alle 23,15 del 14 ottobre veniva asportata un’altra microspia.