"E' sottoposta ad indagini per pedopornografia, pedofilia ed esibizionismo": denunciato nuovo tentativo di “phishing”
Ad una cinquantanovenne è arrivata, via mail, una "convocazione in giustizia" per le esigenze di un’inchiesta giudiziaria. Una comunicazione fasulla che però riportava l’intestazione del ministero dell’Interno
“La contatto per informarla che è oggetto di numerosi procedimenti legali in materia di pedopornografia, siti pornografici, cyber pornografia, pedofilia ed esibizionismo. Siete pregati di far sentire la vostra voce via mail scrivendoci le vostre giustificazioni affinché possano essere approfondite e verificate al fine di valutare le sanzioni”. E’ questo il contenuto di una “convocazione in giustizia – per le esigenze di un’inchiesta giudiziaria” che una agrigentina cinquantanovenne s’è vista arrivare via mail. Una comunicazione fasulla che però riportava l’intestazione del ministero dell’Interno.
Alla donna, sempre nella comunicazione fake, sono state date 72 ore. “Trascorso tale termine, saremo obbligati ad inviare la nostra relazione all’ufficio del pubblico ministero preposto al tuo caso – c’era scritto nella mail che ha ricevuto –, al fine di stabilire un mandato di cattura nei tuoi confronti. Sarai quindi elencato come molestatore sessuale alla fine di questa procedura”. Comunicazioni – chiaramente inverosimili – con le quali venivano però richieste all’agrigentina una serie di informazioni personali: dati anagrafici e perfino conto corrente. Fra le righe della pseudo lettera formale anche la ventilata ipotesi del pagamento di una ammenda per bloccare l’iter dei procedimenti penali.
La donna – e si tratta della terza denuncia raccolta nel giro di pochi giorni dalla polizia – s’è recata subito alla caserma “Anghelone” di via Crispi. Anche lei, infatti, non è caduta nel “phishing”, ossia nel tipo di truffa fatta su internet con la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso di strumenti finanziari, fingendosi ente (nei casi agrigentini è stato addirittura tirato in mezzo il ministero dell’Interno) affidabile. I poliziotti dell’ufficio Denunce hanno già trasmesso ai colleghi della Postale questa nuova denuncia.