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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

L'inchiesta sui corsi di formazione, Arnone: "Pronto a chiarire"

Il responsabile dell'università telematica "Niccolò Cusano" commenta su Facebook all'indomani del rigetto da parte del tribunale del riesame della richiesta di dissequestro

“Cercheremo di rispondere con rispetto, quando verremo chiamati, a conclusione delle indagini, dalla magistratura”. Il favarese Giuseppe Arnone, responsabile dell’università telematica Niccolò Cusano, destinatario di un avviso di garanzia in cui lo si accusa di essere il “capo promotore di un’organizzazione dedita al falso, alla truffa e all’autoriciclaggio”, affida a Facebook il suo commento sulla vicenda giudiziaria.

Il riesame conferma i sequestri

Nei giorni scorsi la Digos, su incarico del pubblico ministero Chiara Bisso, ha perquisito la sede dell’università telematica, la scuola Federico II di via Mazzini e le abitazioni di Arnone e di altri quattro indagati. Pare che le contestazioni siano relative al rilascio di alcuni attestati con valore legale. Il riserbo degli inquirenti, al momento, è fitto e l’indagine pare destinata ad avere ulteriori sviluppi.

“Non so ancora - ha aggiunto Arnone - quali sono le accuse precise che gli organi inquirenti muovono, sono tranquillo in quanto ho sempre svolto con passione, dedizione ed impegno il mio lavoro. Leggerò le carte quando ce le daranno, riorganizzerò le mie idee continuando a lavorare piu di prima con coscienza e rispetto delle persone che ci hanno dedicato momenti di attenzione”.

Contestata anche l'associazione a delinquere

L’inchiesta, dopo la decisione del tribunale del riesame - al quale si è rivolto il suo difensore, l’avvocato Giovanni Crosta - di confermare il sequestro di pc, cellulari e supporti informatici, sembra giunta al bivio. 

In merito all’inchiesta della Procura di Agrigento che vede indagato Giuseppe Arnone ed altri, l’Università Niccolò Cusano intende precisare quanto segue: "L’Unicusano è del tutto estranea alla vicenda e non coinvolta nell’inchiesta. Si precisa inoltre che i fatti indagati niente hanno a che vedere con l’Ateneo, che non ha mai svolto attività legate ai corsi oggetto dell’indagine". 

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