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Cronaca Aragona

L'incendio di balle di plastica alla Ekot, analisi dell'Arpa e studio dei filmati di videosorveglianza

Gli impianti, a quanto pare, non avrebbero ripreso nulla di particolare: nessun movimento sospetto, nessuna presenza anomala. Le indagini dei carabinieri vengono portate avanti su un fronte di 360 gradi. "Libero Futuro Agrigento": "Pronti a costituirci parte civile nei processi contro i responsabili"

Dopo 12 ore le balle di plastica andate a fuoco, ieri sera nel piazzale esterno dell'impresa "Ekot", bruciano ancora. L'incendio è stato domato dai pompieri del comando provinciale che hanno trascorso l'intera notte nella zona industriale di Agrigento, in contrada San Benedetto, in territorio di Aragona. Attualmente, i vigili del fuoco sono impegnati nelle cosiddette operazioni di "raffreddamento" per evitare cioè che qualche tizzone interno alle balle semidistrutte possa far riesplodere il rogo. 

Bruciano le balle di plastica lasciate nel piazzale di un'azienda, è stato un "segnale"?

Bruciano balle di plastica all'Asi

I rilievi dell'Arpa

Già in nottata, i carabinieri della stazione di Aragona - che si stanno occupando delle indagini - hanno fatto intervenire l'Arpa che ha effettuato i propri rilievi tecnici. Non c'è ancora certezza, si attendono gli esiti, ma sembra verosimile che il gigantesco rogo abbia fatto sprigionare - trattandosi di plastica - diossina. L'accaduto viene monitorato, con attenzione, anche dall'associazione ambientalista "MareAmico". 

Le indagini dei carabinieri 

I militari dell'Arma, già in nottata, hanno controllato i filmati delle telecamere di video sorveglianza. Impianti che però, a quanto pare, non avrebbero ripreso nulla di particolare: nessun movimento sospetto, nessuna presenza anomala. C'era però, del resto, troppo buio. L'inchiesta sull'incendio che ha distrutto le balle di plastica - materiale recuperato dalla raccolta differenziata - si sta muovendo dunque su un fronte di 360 grandi, senza nulla escludere. Nemmeno l'ipotesi che quel rogo possa essere stato un segnale ai danni di un'impresa che è stata rilevata, da un giovane imprenditore, soltanto da pochissimo tempo. Sul posto, sono intervenuti anche i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Agrigento oltre che, appunto, i militari dell'Arma della stazione di Aragona che sono territorialmente competenti. 

La solidarietà di Libero Futuro Agrigento

"Ieri sera, il socio di 'Libero Futuro Agrigento' (associazione antimafia e antiracket Libero Grassi Onlus) Giuseppe Gaglio ha subito un gravissimo atto incendiario nella zona industriale di Agrigento. Il presidente Gerlando Gibilaro e tutti i soci e gli iscritti esprimono - hanno scritto in una nota stampa - sincera solidarietà all'imprenditore Giuseppe Gaglio e nel frattempo rinnovano fiducia nelle forze dell'ordine e nella magistratura affinché i responsabili di questo gravissimo atto siano presto assicurati alla giustizia. Gli imprenditori onesti devono essere incoraggiati nella loro attività economica che deve essere svolta libera da condizionamenti o ricatti - prosegue la nota stampa firmata dal presidente dell'associazione Gerlando Gibilaro - . L'associazione 'Libero Futuro Agrigento', che già da alcuni anni sostiene gli imprenditori che si vogliono liberare dal ricatto e dall'oppressione malavitosa, continuerà a stare vicino a Giuseppe Gaglio e non mancherà di costituirsi parte civile nei processi contro i responsabili". 

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