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Cronaca Canicattì

Incendio nella notte a Canicattì, distrutto capannone in contrada Cannemasche

Sarebbero pochi i dubbi sulla matrice dolosa del rogo: lungo la recinzione, infatti, sarebbe stato trovato un varco; ma anche la struttura del capannone presenterebbe un foro utilizzato probabilmente dai piromani per entrare all'interno

Un capannone industriale di proprietà della cooperativa "Horus" di Canicattì è stato distrutto da un incendio questa notte in contrada Cannemasche, a Canicattì. I danni, secondo una prima stima, sono ingenti e ammonterebbero ad almeno tre milioni di euro. Le tonnellate di prodotti per l'agricoltura sono state completamente incenerite dal rogo.

Il capannone incendiato a Canicattì

Sulla vicenda indagano i poliziotti della Squadra mobile di Agrigento. Sarebbero comunque pochi i dubbi sulla matrice dolosa del rogo: lungo la recinzione, infatti, sarebbe stato trovato un varco; ma anche la struttura del capannone presenterebbe un foro utilizzato probabilmente dai piromani per entrare all'interno. La cooperativa agricola era, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sotto sequestro dall'aprile scorso e, negli ultimi mesi, è stata guidata da un amministratore nominato dal Tribunale di Agrigento.

La cooperativa, che si occupa di produzione e commercio di frutta, secondo investigatori ed inquirenti, sarebbe stata riconducibile, fra gli altri, ad Angelo Di Bella, 58 anni, di Canicattì, ritenuto il capo della famiglia. 
 
Dietro la coop, sempre secondo le indagini che hanno portato al sequestro, vi sarebbero stati anche Vincenzo Leone, nipote di Di Bella e Luigi Messana, soggetti coinvolti nell'operazione antimafia denominata "Agorà" del dicembre del 2008. Secondo gli accertamenti della Guardia di finanza, inoltre, la cooperativa comprendeva centinaia di soci, ma di fatto era guidata da Di Bella, Leone e Messana. 

 

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