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Cronaca Palma di Montechiaro

Danneggiate dal fuoco due auto, è mistero sulle cause

I carabinieri hanno avviato le indagini per cercare di chiarire cosa abbia innescato la scintilla iniziale

Ancora fuoco. Questa volta – nella notte fra venerdì e ieri – a Palma di Montechiaro e a Santa Margherita Belice. Roghi dalla matrice incerta e pertanto ritenuti misteriosi. I carabinieri, così come avevano fatto 24 ore prima per i casi verificatisi a Licata e Favara, hanno avviato le indagini. Accertamenti su un “fronte” di trecentosessanta gradi per tentare di mettere, rapidamente, dei punti fermi nelle inchieste.

Due le autovetture rimaste pesantemente danneggiate negli incendi registratisi, durante la notte fra venerdì e ieri appunto, a Palma di Montechiaro e a Santa Margherita Belice.

A Palma, ad andare a fuoco è stata una Fiat Panda di proprietà di una pensionata settantenne. L’utilitaria era stata lasciata posteggiata, lungo il ciglio del marciapiede, in centro. Alle tre circa è divampata la scintilla. Sul posto, una volta raccolto l’Sos si sono precipitati i vigili del fuoco del distaccamento di Licata. I pompieri, idranti alla mano, hanno subito circoscritto le fiamme. Assieme ai carabinieri poi si sono occupati della perlustrazione dei luoghi circostanti. Non sono state trovate – secondo quanto è stato ufficializzato, ieri, dagli investigatori - tracce di liquido infiammabile, taniche o bottiglie sospette. Elementi indispensabili per parlare, immediatamente, di un rogo dalla matrice dolosa. Le cause dell’incendio, ieri, pertanto, risultavano essere “ancora in corso d’accertamento”.

Identico il “quadro” anche per l’incendio di una Alfa Romeno 156, lasciata posteggiata in via Giotto a Santa Margherita Belice. Un’autovettura che, stando alle ricostruzioni dei militari dell’Arma del comando provinciale di Agrigento, è risultata essere di proprietà di un bracciante agricolo quarantenne. Anche a Santa Margherita Belice le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca. E poi, sempre come procedura esige, è stato fatto il sopralluogo di rito.

In entrambi i casi, dunque, tutte le ipotesi investigative sono rimaste aperte: partendo da quella accidentale, dovuta anche ad un cortocircuito, fino ad arrivare ad un rogo dalla matrice dolosa. Spetterà chiaramente all’attività investigativa, che i carabinieri dovranno sviluppare, fare chiarezza e stabilire, laddove possibile, cosa abbia fatto divampare la scintilla iniziale. Non è escluso che gli investigatori, cercando di muoversi rapidamente, possano sentire anche i proprietari delle autovetture.

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