Inaugurato il corso di formazione per la gestione dei beni confiscati alla mafia
Nelle docenze saranno coinvolti rappresentanti delle organizzazioni partner della formazione
Consegnato simbolicamente presso il Seminario vescovile, dal Consorzio agrigentino legalità e sviluppo al mercato della disoccupazione, le chiavi del corso di formazione che porterà i dieci giovani selezionati con bando pubblico, ad acquisire competenze e professionalità nel settore della gestione dei beni confiscati, della cooperazione sociale, dell'agricoltura biologica e del turismo responsabile. A dare il saluto inaugurale ai corsisti, il Prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino, il vescovo monsignor Montenegro, l'onorevole Maria Grazia Brandara presidente del CdA del Consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo, il presidente dell’Assemblea Marco Zambuto, il sindaco di Naro Giuseppe Morello e Umberto Di Maggio coordinatore regionale di Libera.
Nelle docenze saranno coinvolti rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e della cooperazione agrigentina partner della formazione: il Progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana e il sistema camerale con la Camera di commercio di Agrigento e Universitas Mercatorum.
Alla conclusione delle attività in aula, i corsisti saranno impegnati in un periodo di stage presso imprese siciliane che già gestiscono beni confiscati alle organizzazioni criminali e successivamente costituiranno la cooperativa che sarà dedicata al giudice Rosario Livatino, le cui indagini antimafia portarono al sequestro dei terreni che saranno coltivati dai giovani soci lavoratori.
Nelle docenze saranno coinvolti rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e della cooperazione agrigentina partner della formazione: il Progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana e il sistema camerale con la Camera di commercio di Agrigento e Universitas Mercatorum.
Alla conclusione delle attività in aula, i corsisti saranno impegnati in un periodo di stage presso imprese siciliane che già gestiscono beni confiscati alle organizzazioni criminali e successivamente costituiranno la cooperativa che sarà dedicata al giudice Rosario Livatino, le cui indagini antimafia portarono al sequestro dei terreni che saranno coltivati dai giovani soci lavoratori.