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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Raffadali

“Imu e Iva: lacrime e sangue per le piccole e medie imprese”, la Cna di Agrigento lancia il grido d’allarme.

La Cna, tramite alcuni suoi esponenti di spicco rivolge un appello al governo nazionale, affinché tenga conto della crisi che sta cancellando migliaia di piccole e medie imprese

La Cna, tramite alcuni suoi esponenti di spicco rivolge un appello al governo nazionale, affinché tenga conto della crisi che sta cancellando migliaia di piccole e medie imprese e adotti quindi i provvedimenti necessari.

Questa la nota diffusa dalla Cna:
“Siamo molto preoccupati – spiegano il  segretario provinciale  Piero Giglione,  il presidente  Domenico Randisi  ed il vice presidente nazionale Giuseppe Montalbano - e stiamo raccogliendo in questi giorni la disperazione dei nostri iscritti. Per le aziende, infatti, il pagamento del tributo sugli immobili e l’annunciato aumento, a partire dal mese di luglio, di un punto percentuale dell’imposta sul valore aggiunto si tradurranno inesorabilmente in una  sorta di sentenza di morte. Al tessuto produttivo verrà inferto, per intenderci, il cosiddetto colpo di grazia – tuonano i tre – il Governo sembra davvero non rendersi conto della grave situazione economica in cui versano le nostre imprese, della crisi che sta investendo e travolgendo in modo netto  e tranciante il settore. Noi facciamo un accorato appello al Presidente del Consiglio, ai Ministri e ai Parlamentari affinché prendano coscienza dello stato delle cose, a dir poco drammatico,  e intervengano tempestivamente e seriamente per salvare chi produce, chi investe, chi genera sviluppo e occupazione. Chiediamo una responsabile rivisitazione delle misure correttive da applicare. Per quanto ci riguarda, anche attraverso i vertici nazionali della CNA - sottolineano Giglione, Randisi e Montalbano –  faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per non fare morire le aziende. La pressione fiscale non può e non deve ricadere sulla testa, già pesantemente ferita, delle imprese che rappresentano il motore dell’economia. La politica, le istituzioni, a qualsiasi livello, sono chiamate a fermarsi, a riflettere, prima di agire, prima che sia troppo tardi. Noi confidiamo nelle interlocuzioni, nel dialogo – concludono –  affinché si individuino percorsi alternativi per il reperimento dei fondi e si lasci in circolo un po’ del prezioso ossigeno, necessario per assicurare all’anemico tessuto produttivo di sopravvivere alle intemperie della crisi”.

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