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Arrivo delle salme a Porto Empedocle, il presidente della comunità islamica: "Tragedie che dovrebbero renderci più responsabili"

I feretri delle giovani donne vittime del naufragio di Lampedusa sono state allineate sulla banchina Todaro, l'uscita dal porto è stata salutata dalle sirene delle navi ormeggiate

“Spero di non vedere mai più le salme dei nostri fratelli, è una tragedia che mette ognuno di noi davanti alla responsabilità per un maggiore impegno che porti a  scongiurare queste tragedie”. Queste dai microfoni di AgrigentoNotizie sono state le parole di Kheit Abdelhafid presidente della comunità islamica in Sicilia che unitamente all'arcivescovo di Agrigento monsignor Alessandro Damiano e alle autorità con in testa il prefetto Maria Rita Cocciufa hanno accolto i  feretri delle sette donne vittime del naufragio del 30 giugno a Lampedusa.

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Un saluto commosso quello che si è celebrato sulla banchina Todaro del molo di Porto Empedocle dove sono state allineate le sette bare.  Subito dopo la preghiera con doppio rito, islamico e cattolico, le sirene del porto hanno accompagnato il corteo dei carri funebri diretti a Palma di Montechiaro dove saranno tumulate le sette giovani vite naufragate a poche miglia dalla tanto cercata  terra d'Europa.

L'omaggio alle vittime del naufragio

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