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Lampedusa / Lampedusa e Linosa

Hotspot con 2 mila ospiti e senza mediatori culturali sufficienti, polizia allo stremo

Antonio Alletto, segretario generale Mp: "Ci sono problematiche enormi che si finge di non vedere, la questione igienico sanitaria resta la più allarmante, perché questa povera gente non fa che accamparsi in terra senza che si capisca come gestire la situazione, soprattutto considerato che il Covid è ancora una minaccia"

“E’ inaccettabile che a quasi 30 anni dalla cosiddetta ‘emergenza immigrazione’ ancora siamo qui a soffrire condizioni insopportabili nelle zone interessate da quello che, quest’anno, è un vero esodo, con arrivi quintuplicati rispetto agli ultimi. A Lampedusa la situazione è insostenibile, come era presumibile considerata la stagione estiva, e come continuiamo a denunciare da anni, inascoltati. Lo avremmo voluto dire al ministro nell’incontro di oggi che, però, è saltato”. Lo afferma Valter Mazzetti, segretario generale Fsp polizia di Stato.

Hotspot di Lampedusa in ginocchio

I numeri degli sbarchi "parlano da soli - dice Mazzetti -, a cui non riescono a seguire partenze altrettanto frequenti".

Migranti bloccati per strada e barchini agganciati al largo: nessuno stop all'inferno sbarchi

“Ci sono problematiche enormi che si finge di non vedere, la questione igienico sanitaria resta la più allarmante, perché questa povera gente non fa che accamparsi in terra senza che si capisca come gestire la situazione, soprattutto considerato che il Covid è ancora una minaccia - ha detto Antonio Alletto, segretario generale Mp, federato Fsp - . Dal primo luglio, poi, abbiamo un altro problema assurdo, perché siamo senza i mediatori linguistico-culturali convenzionati (già ridotti di numero per carenza di fondi), in quanto la relativa convenzione è stata stipulata ma è ancora in atto la procedura di registrazione presso la Corte dei conti. Soccorre la disponibilità dei membri di alcune associazioni che però, alle ore 20, terminano di collaborare, e a quel punto tutto si ferma nel caos. Sono solo alcune delle follie con cui ci misuriamo qui, da decenni. E ancora qualcuno la chiama emergenza. Ma così dove vogliamo andare?”.

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