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Giovedì, 25 Aprile 2024
Operazione "Fish & Drug" / Porto Empedocle

Hashish venduto da 2,50 a 1,50 euro, le intercettazioni: "Che minchia siamo ruffiani?"

Secondo quanto emerge dalle pagine della richiesta di ordinanza di custodia cautelare della Procura, "Gaetano Volpe non condivideva la posizione assunta dal cognato, tant’è che in maniera perentoria affermava che lo stupefacente doveva essere venduto alla cifra di euro 2,50 al grammo"

"Vedi che quello la vuole a un euro e cinquanta, che minchia siamo i ruffiani?  Quello confezionato perché l'avete nascosto?". E' il 7 luglio del 2019, sono le ore 13, quando l'ambientale - installata sulla banchina del porto Empedoclino - capta e registra queste parole. "'Questo qua a due euro e cinquanta è', mi ha detto però che glielo davamo...che dobbiamo combattere con mezzo chilo noi con lui?". "No, allora io per dire, lui se lo vuole nella valigia, per dire ..(inc.)..se ne sbarazza lui, basta". A parlare - secondo quanto emerge dalla richiesta di ordinanze di custodia cautelare fatta dalla Procura al gip Francesco Provenzano - sono Gaetano Volpe e Gerlando Fiore. 

Il primo - nell'ambito dell'operazione "Fish& Drug" - è finito in carcere. Il secondo è stato posto invece agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Complessivamente 17 le misure cautelari che sono state eseguite dai poliziotti della Squadra Mobile che, assieme agli agenti del commissariato "Frontiera" di Porto Empedocle e alla Capitaneria di porto, si sono occupati di sviluppare l'inchiesta coordinata dal procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella e dal sostituto Sara Varazi.  

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Le intercettazioni hanno fatto emergere anche - così come è stato ricostruito durante la conferenza stampa svoltasi ieri al quinto piano del palazzo di giustizia - che "l'hashish veniva venduto, da 2,50 ad 1,50 euro al grammo perché lavoravano su grosse quantità" - ha spiegato il procuratore capo Salvatore Vella - . "Non era certamente di buona qualità - ha evidenziato invece, sempre durante la conferenza stampa, il dirigente della Squadra Mobile: il vice questore aggiunto Giovanni Minardi - . E non lo era considerando che stava a mollo". 

Secondo quanto emerge dalle pagine della richiesta di ordinanza di custodia cautelare della Procura, "Gaetano Volpe non condivideva la posizione assunta dal cognato, tant’è che in maniera perentoria affermava che lo stupefacente doveva essere venduto alla cifra di euro 2,50 al grammo e non ad 1,50 euro, come aveva fatto il congiunto": “…il fumo a due euro e cinquanta va…meno di tanto non può essere, vabbè, sempre a un chilo, un chilo lui sempre te lo deve pagare … si, no, e tre chili Gerlà, vedi che quello la vuole a un euro e cinquanta, che minchia siamo i ruffiani?”. 

"Gaetano Volpe poneva l’accento - viene ricostruito sempre dall'accusa - sulle diverse qualità di stupefacente in loro possesso".  Dalle intercettazioni è emerso anche il tentativo di utilizzare un linguaggio criptico. "La droga veniva chiamata 'melenzana', 'porte', 'piastrelle'" - ha sottolineato il procuratore capo Salvatore Vella - . 

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