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Cronaca Grotte

"Esami comprati all'Università di Palermo": ridotta condanna per studentessa di Grotte

Sconto di pena (da 5 anni a 3 e mezzo) per l'imputata accusata di avere avuto un ruolo nel giro messo in piedi da due impiegate dell'ateneo

Condanna ridotta per l'unica studentessa agrigentina coinvolta nell'inchiesta sulla presunta compravendita di esami all'università di Palermo. 

I giudici della seconda sezione della Corte di appello, ai quali si è rivolto il difensore, l'avvocato Gianfranco Pilato, hanno diminuito la pena (da 5 anni a 3 e mezzo) nei confronti di Alexandra Rita Ntonopoulou, 37 anni, di Grotte, accusata di avere "acquistato" sette esami del corso di architettura.

Il meccanismo sarebbe stato messo in piedi da alcuni dipendenti infedeli dell'ateneo, fra il 2007 e il 2010, e coinvolgeva soprattutto le facoltà di architettura, economia e ingegneria. Gli impiegati dell'università, in cambio di una somma di denaro, sarebbero riusciti ad accedere abusivamente nei sistemi informatici dell'ateneo e caricare gli esami che apparivano sostenuti con profitto senza che gli studenti si fossero mai presentati.

Dopo le 13 condanne inflitte in primo grado il 13 giugno del 2019 (l'inchiesta era partita nel 2011), la seconda sezione della Corte d'appello ha infatti dichiarato prescritti diversi capi d'imputazione, ma ha anche sancito delle assoluzioni e concesso quindi degli sconti di pena a diversi imputati.

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