Dati falsi e raggiri per ottenere contributi dalla Regione: 8 milioni e mezzo di ingiusto profitto in 2 anni
Per il 2008, incassati 7.462.061 euro, “con un’eccedenza ingiustificata di 4.901.861 euro". Per l’anno successivo, arrivati 6.095.480 euro, “con un’eccedenza di 3.535.280 euro"
Non soltanto la depurazione delle acque reflue non effettuata, ma caricata in bolletta. Ma anche “artifizi e raggiri consistiti nell’indicare nelle richieste di erogazione di contributi, per la tariffa del servizio idrico integrato, dati erronei o falsi, in modo – scrive la Procura di Agrigento – di incrementare indebitamente l’ammontare dei contributi, inducendo in errore i funzionari del dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti dell’assessorato all’Energia e dei Servizi di pubblica utilità della Regione”. Ente deputato all’erogazione del contributo per la tariffa del servizio idrico integrato per garantire l’equilibrio economico gestionale del piano d’ambito per le province di Agrigento e Caltanissetta.
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Ente – che prosegue sempre la ricostruzione operata dalla Procura (l’inchiesta è stata coordinata personalmente dal procuratore aggiunto Salvatore Vella) – procedeva, per l’anno 2008, all’erogazione di un contributo complessivo di 7.462.061 euro, “con un’eccedenza ingiustificata di 4.901.861 euro, così procurando alla Girgenti Acque – scrivono sempre i pm - un ingiusto profitto pari a 4.901.861 euro, con pari danno per la Regione Sicilia”. Per l’anno successivo – il 2009 quindi -, il contributo arrivato sarebbe stato di 6.095.480 euro, “con un’eccedenza ingiustificata di 3.535.280 euro, procurando alla Girgenti Acque – prosegue la ricostruzione che la Procura ha fatto nel provvedimento di fermo per 8 indagati - un ingiusto profitto pari a 3.535.280 euro, con pari danno per la Regione Sicilia”.
Centoundici i capi di imputazione a carico di 84 indagati. Su tutti, a vario titolo, l'associazione a delinquere, la truffa appunto, la corruzione e l'abuso di ufficio. Otto le persone – componenti del disciolto consiglio di amministrazione e dirigenti di Girgenti Acque, l’ente gestore del servizio idrico per Agrigento e provincia, - che sono state sottoposte a fermo dalla Dia, dai carabinieri e dalla Guardia di finanza che si sono occupati, per quattro anni, di quella che è stata l’inchiesta denominata “Waterloo”.