"Giornate psicogeriatriche", convegno ad Agrigento
Il congresso avrà come obiettivo quello dell’integrazione interprofessionale e...
Si svolgerà venerdì 18 e sabato 19 novembre alle 9, nella sala conferenze dell’Hotel della Valle di Agrigento, l’evento dal titolo: “Giornate psicogeriatriche Agrigentine” organizzato da Giuseppe Provenzano, responsabile Uoc di Psichiatria-Malattie degenerative ed involutive dell’Asp 1 di Agrigento, e da Rosa Maria Gaglio, direttore dell’Unità operativa di Neurologia dell’Asp 1 di Agrigento, ospedale San Giovanni di Dio. Il congresso, accreditato alle figure di medico chirurgo, psicologo ed infermiere, vedrà la partecipazione di cattedratici delle Università di Palermo, Catania, Messina e Parma e avrà come obiettivo quello dell’integrazione interprofessionale e multiprofessionale al fine di acquisire competenze di diagnosi precoce e approccio multidisciplinare ai pazienti affetti da demenza.
In questo primo quarto di secolo la Demenza sarà la grande sfida sociale e sanitaria sulla dipendenza. Il malato di Demenza è e sarà il suo massimo esponente. I pazienti e i loro familiari hanno trovato nelle Uva l'ambulatorio “di famiglia” della Demenza, dove ricevere una serie di risposte che vanno ben al di là della semplice distribuzione del farmaco: continuità diagnostico-terapeutica, assistenziale, counselling familiare.
E' necessario, altresì, che le Uva rendano edotte le famiglie dei pazienti circa l'opportunità-necessità di avviare l'iter per i bisogni del paziente. L'evoluzione verso un concetto di “Rete” è la prospettiva principale delle Uva.
In questa Rete svolge un ruolo di primo piano il medico di Medicina generale, il quale segue il paziente e la sua famiglia per tutto il percorso della patologia. A nove anni dall'istituzione delle Uva appare utile aggiornare i medici di medicina genrale sui nuovi percorsi clinici, sulle nuove terapie e sui problemi enormi di gestione quotidiana del paziente demente e della sua famiglia.
In questo primo quarto di secolo la Demenza sarà la grande sfida sociale e sanitaria sulla dipendenza. Il malato di Demenza è e sarà il suo massimo esponente. I pazienti e i loro familiari hanno trovato nelle Uva l'ambulatorio “di famiglia” della Demenza, dove ricevere una serie di risposte che vanno ben al di là della semplice distribuzione del farmaco: continuità diagnostico-terapeutica, assistenziale, counselling familiare.
E' necessario, altresì, che le Uva rendano edotte le famiglie dei pazienti circa l'opportunità-necessità di avviare l'iter per i bisogni del paziente. L'evoluzione verso un concetto di “Rete” è la prospettiva principale delle Uva.
In questa Rete svolge un ruolo di primo piano il medico di Medicina generale, il quale segue il paziente e la sua famiglia per tutto il percorso della patologia. A nove anni dall'istituzione delle Uva appare utile aggiornare i medici di medicina genrale sui nuovi percorsi clinici, sulle nuove terapie e sui problemi enormi di gestione quotidiana del paziente demente e della sua famiglia.