La morte della giornalista per malaria non diagnosticata: i due processi ai medici verso la riunione
La procura chiede una trattazione unitaria dei due fascicoli a carico di tre sanitari, il giudice rimette la decisione al presidente del tribunale
Un unico procedimento per i tre medici accusati di avere provocato la morte della giornalista e insegnante agrigentina Loredana Guida, deceduta a 44 anni il 28 gennaio del 2020 dopo una settimana di coma a causa di una malaria non diagnosticata.
Il pubblico ministero Elenia Manno ha chiesto al giudice Antonella Ciraulo, davanti a cui si celebra il dibattimento a carico di Gioacchino Bruccoleri, medico in servizio alla Guardia Medica, e Maurilio Castelli, sanitario in servizio all’ospedale di Agrigento, di riunire questo processo, giunto alla fase iniziale, con quello a carico di Francesco Sciortino, medico curante della donna, la cui posizione era stata stralciata per un problema procedurale e che è stato, quindi, rinviato a giudizio in un secondo momento. Anche questo processo, incardinato davanti al giudice Manfredi Coffari, è giunto alle primissime battute.
L'udienza è stata aggiornata al 26 aprile: nel frattempo il presidente del tribunale, al quale è stata sottoposta la richiesta, deciderà se disporre la riunione in modo da consentire una trattazione più celere.
A Castelli viene contestato di non aver disposto un’accurata anamnesi e di non aver eseguito il test rapido per la malaria dopo che la donna aveva riferito di essere stata di recente in Nigeria. A Bruccoleri, invece, di avere omesso di "indirizzare la paziente verso un’adeguata struttura di emergenza".
Questa mattina avrebbero dovuto deporre le due sorelle e il fratello di Loredana Guida, costituiti parte civile con l'assistenza dell'avvocato Daniela Posante, ma la loro deposizione è stata congelata nell'attesa di decidere sulla riunione dei due procedimenti.
A Sciortino, invece, viene contestato di essersi limitato a prescrivere alla donna una terapia farmacologia per l'influenza stagione "pur sapendo del viaggio - si legge nel capo di imputazione - a fronte di un generale malessere e di un importante stato febbrile, omettendo tempestivamente la prescrizione di analisi specifiche".