Operazione "SelfService": Giorgio Parrino risponde al Pm e confessa
Avrebbe ammesso di aver consegnato del denaro a Luigi Zicari
Avrebbe già confessato Giorgio Parrino, uno dei coinvolti nell'operazione "SelfService" di ieri che ha interessato l'Ufficio tecnico del Comune di Agrigento. Questi, infatti, avrebbe ammesso di aver consegnato del denaro a Luigi Zicari per avere un trattamento privilegiato nell'esecuzione delle proprie pratiche di concessione edilizia.
A sostenere l’accusa e a formulare domande il pubblico ministero Luca Sciarretta che ha preso atto dell’atteggiamento collaborativo dell’indagato e, soprattutto, della sua ammissione di colpa. In buona sostanza, i cinque episodi di corruzione (cessione di denaro sino a 300 euro) in favore di Zicari individuati dal personale della Squadra mobile e della Digos della Questura di Agrigento sarebbero stati ammessi. Dunque, da subito, subisce una svolta, l’inchiesta “Self service” con la confessione degli addebiti da parte di Parrino e, con il conseguente aggravarsi della posizione di Zicari e degli altri correi tirati in ballo nei cinque episodi di corruzione.
Le indagini, partite nel 2009 e continuate fino al 2010, si sono sviluppate attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, video riprese, testimonianze e sequestri di atti e documenti. Nessuno però ha denunciato.
A sostenere l’accusa e a formulare domande il pubblico ministero Luca Sciarretta che ha preso atto dell’atteggiamento collaborativo dell’indagato e, soprattutto, della sua ammissione di colpa. In buona sostanza, i cinque episodi di corruzione (cessione di denaro sino a 300 euro) in favore di Zicari individuati dal personale della Squadra mobile e della Digos della Questura di Agrigento sarebbero stati ammessi. Dunque, da subito, subisce una svolta, l’inchiesta “Self service” con la confessione degli addebiti da parte di Parrino e, con il conseguente aggravarsi della posizione di Zicari e degli altri correi tirati in ballo nei cinque episodi di corruzione.
Le indagini, partite nel 2009 e continuate fino al 2010, si sono sviluppate attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, video riprese, testimonianze e sequestri di atti e documenti. Nessuno però ha denunciato.