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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Hanno combattuto per la giustizia, 5 ulivi della Valle dedicati a degli eroi

Quest'anno, l'iniziativa dell’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento ha voluto dedicare gli alberi a Pietro Rossano, Giovanni Falcone, Boris Giuliano, Moshe Bejski e Marianella Garcia Villas

La loro opera per la giustizia è universalmente riconosciuta. Sono cinque le personalità alle quali, oggi, sono stati dedicati - con la scopertura delle stele - altrettanti alberi della Valle dei Templi. Nel 2015, venne messo a dimora un albero di ulivo dedicato alla memoria di don Pino Puglisi, mentre nel 2016 furono sei e vennero dedicati a Rosario Livatino, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Khaled Al Assad (martire di Palmira in Iraq, decapitato dall’Isis) ed alla Guardia costiera che fronteggia l’immigrazione. Quest'anno, l'iniziativa dell’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento ha voluto dedicare gli ulivi a Pietro Rossano, Giovanni Falcone, Boris Giuliano, Moshe Bejski e Marianella Garcia Villas.

Il "giardino dei giusti" si arricchisce

 

Pietro Rossano nacque a Vezza d’Alba nel 1923. Fu un teologo e profondo conoscitore dell’arabo, insegnò teologia delle religioni ed ebbe diversi incarichi culturali e diplomatici dal Vaticano. Concluse il suo percorso come rettore della Pontificia università Lateranense. Morì a Roma nel 1991. Gli viene dedicato l’albero dei Giusti “per il dialogo nei suoi complessi significati e per un nuovo sentore della Teologia delle religioni; andò per i cinque continenti ad aprire gli uomini alla fraternità e alla cultura come fucina per costruire la civiltà dell’amare”. Di lui ha parlato monsignor Enrico Del Covolo, rettore della Pontificia università Lateranense.

Giovanni Falcone, magistrato ucciso dalla mafia che non ha bisogno di presentazioni: “Martire della causa della giustizia che, con Paolo Borsellino, intravide il mosaico del gigantesco fenomeno criminale mafioso, usò la chiave di lettura di un nuovo sistema investigativo, proclamò con la vita che il bene è sempre più forte del male; con Lui pagarono il prezzo della vita la moglie, la scorta che, simboleggiano tutti i martiri fedeli servitori dello Strato. Lasciò in eredità un aforisma come precetto: Gli uomini passano, le idee restano”. Di lui ha parlerato il presidente del tribunale di Agrigento Pietro Maria Falcone.

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Boris Giuliano, funzionario di polizia anch’egli ucciso dalla mafia: “Coraggioso investigatore della Polizia, sempre in trincea contro la mafia, tumore maligno della società, contro la sua prepotenza e sanguinaria violenza, persona ricchissima di umanità e di professionalità”. La sua figura è stata rievocata dal questore di Agrigento Maurizio Auriemma.

Moshe Bejski: “Testimone, con la sua esaltante vita e il suo combattivo coraggio della necessità vitale di difendere i diritti inviolabili di ogni essere umano, di tutti gli esseri umani, che ha squarciato il velo di carta del nostro vivere quotidiano, inondandolo di una  intensa luce di verità”. Nacque vicino Cracovia da genitori ebrei, durante la guerra venne deportato in un campo tedesco, poi collaborò con Oskar Schindler nel favorire la fuga degli ebrei. Nel dopoguerra organizzò l’ingresso in Israele di numerosi ebrei, poi divenne magistrato. Fece parte della commissione dei Giusti. Morì a Tel Aviv nel 2007. Di lui ha parlato la direttrice di Gariwo Agata Ulianova Radice.

Marianella Garcia Villas, politica ed avvocato del Salvador che fondò la commissione per i diritti umani nel suo paese e fu collaboratrice del vescovo Oscar Romero che venne poi assassinato. Venne arrestata ed uccisa dai militari del regime salvadoregno nel 1983. Di lei ha parlato la giornalista Maria Cecilia Sangiorgi.

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