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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Ragazzo muore all'ospedale di Agrigento, i genitori: "Si poteva salvare, vogliamo giustizia"

Vincenzo Rigoli è morto in sala operatoria la notte tra il 16 e 17 dicembre del 2012 all'età di 19 anni dopo un incidente stradale. Dalle indagini è emerso che il medico che avrebbe dovuto operare il giovane è arrivato due ore dopo la chiamata dell'ospedale. La Procura ha chiesto l'archiviazione

Negli atti dell'inchiesta si parla di negligenze, di imperizie e di ritardi. Ma per la morte di Vincenzo Rigoli, deceduto la notte tra il 16 e 17 dicembre del 2012 all'età di 19 anni all'ospedale di Agrigento dove era stato portato dopo lo schianto della sua auto contro una barriera di cemento sulla Ss640, la Procura della Repubblica di Agrigento ha chiesto al gip l'archiviazione del procedimento a carico dei 6 medici indagati per omicidio colposo. Per i magistrati di via Mazzini, infatti, "manca la prova del nesso di causalità, ovvero la prova che un intervento tempestivo e corretto avrebbe evitato l'evento letale".

Ma i genitori del ragazzo, perizie alla mano, hanno presentato una opposizione alla richiesta del pubblico ministero. "Non vogliamo condannare nessuno – spiegano Giuseppe Rigoli e Michela Frasca, genitori di Vincenzo - , vogliamo soltanto che venga svolto un regolare processo per chiarire i fatti. Non possiamo accettare che la vicenda si fermi in questa fase, nonostante le gravi affermazioni sia dei consulenti della Procura che di quelli da noi incaricati. Non ci sono responsabili? Va bene. Ma vogliamo sentircelo dire da un giudice al termine di un processo".

Dall'inchiesta giudiziaria sarebbe emersa, in particolare, la responsabilità di uno dei medici indagati, ovvero l'unico che poteva effettuare l'intervento toracico che avrebbe potuto salvare la vita al 19enne. Vincenzo aveva infatti "gravissime lesioni epatiche e polmonari". Ma il medico, così come scrive la Procura, "seppur allertato intorno alle ore 23.30, si è presentato in sala operatoria soltanto alle ore 2, quando le condizioni cliniche del paziente erano oramai compromesse". 

Nell'attesa dell'arrivo del medico specializzato nell'intervento toracico, Vincenzo era stato sottoposto ad un altro tipo di operazione: "Incisione chirurgica della parete anteriore dell'addome [...]. Il suddetto intervento, seppur probabilmente necessario in una seconda fase, - spiegano ancora dalla Procura - si presentava con minore urgenza rispetto alla necessità di praticare una toracotomia necessaria nel caso di specie per tentare di salvare la vita al paziente". Ma come chiarito dagli inquirenti, soltanto il medico arrivato poi in ritardo avrebbe potuto effettuare una toracotomia. E poi ancora, come reso pubblico stamani nel corso della conferenza stampa, ci sarebbero diverse incongruenze e anomalie tra la cartella clinica e il referto autoptico.

"Non possiamo accettare che tutto finisca così, quando i periti parlano chiaramente di probabili responsabilità. Noi non siamo qui per condannare alcuno – spiegano ancora i genitori del ragazzo - . Vogliamo soltanto che venga fatta luce su quello che è successo quella notte nella sala operatoria dell’ospedale di Agrigento".

Giuseppe Rigoli e Michela Frasca vogliono sapere se quelle due ore trascorse in sala operatoria in attesa di una toracotomia sono state fatali per loro figlio; vogliono sapere perché Vincenzo è rimasto ad aspettare un intervento al torace per due ore e perché non si è intervenuti prima

La conferenza stampa dei genitori di Vincenzo Rigoli

L'incidente autonomo sulla Ss640

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