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Cronaca

"Furti di corrente con la complicità dei verificatori corrotti", niente patteggiamenti

Operazione "Alta tensione", la difesa aveva annunciato la possibilità di chiedere l'applicazione della pena

Nessuna richiesta di patteggiamento per i venti imputati dell’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta “Alta tensione”, che ipotizza un maxi giro di furti di energia elettrica grazie alla complicità di verificatori dell’Enel corrotti. Le “trattative” fra difesa e Procura, che all’udienza precedente erano state annunciate in aula, per il momento sono state accantonate.

Spetterà, quindi, salvo ripensamenti e cambi di strategie processuali, al giudice Francesco Provenzano decidere se disporre il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere. Prima, però, occorre trascrivere, come chiesto dalla Procura, le intercettazioni disposte dalle indagini. Ieri mattina è stato conferito l’incarico a Giuseppe Rinzivillo.

Si torna in aula, dopo che le conversazioni saranno trascritte interamente, l’11 ottobre. I due principali imputati sono Giovanni Trupiano, 60 anni di Agrigento, e Domenico La Porta, 63 anni di Naro, ispettori dell’Enel che, sostiene l’accusa, in alcuni casi, avrebbero persino alimentato le ruberie e dato suggerimenti utili per non essere scoperti. Trupiano e La Porta sono accusati di diverse ipotesi di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, furto, truffa e omissione di atti di ufficio. Una donna, residente a Canicattì, Luigia Vinci, 57 anni, avrebbe invece fatto da intermediaria e procacciatrice di nuovi clienti per i due verificatori. L’indagine scaturisce dalla denuncia del gestore di una sala giochi. 

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