Smantellata banda di "cacciatori di oro rosso", furti anche nell'Agrigentino
I carabinieri hanno dato esecuzione a 10 misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Termini Imerese
C'è anche il territorio agrigentino teatro dei furti di rame compiuti da una banda in diverse province siciliane. I carabinieri hanno dato esecuzione a 10 misure cautelari (9 arresti domiciliari e un obbligo di dimora a Palermo) emesse dal gip del tribunale di Termini Imerese, su richiesta della procura.
I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Antonino Alvarez, 24 anni; Salvatore Renda, 29 anni; Giuseppe Giuliano, 29 anni; Francesco Briamo, 40 anni; Pietro Lo Casto, 37 anni; Carmelo Di Stefano, 56 anni; Marco Algeri, 46 anni, Damiano Algeri, 26 anni, Davide Ferrante, 24 anni. Obbligo di dimora per Girolamo Alvarez, 62 anni.
Sono tutti accusati di numerosi furti di rame e in abitazione in diverse province siciliane tra cui, oltre Agrigento, anche Palermo, Trapani, Enna e Caltanissetta. L'indagine è stata avviata nei primi mesi del 2017 dai carabinieri di Finale di Pollina, dopo una serie di furti di rame lungo la fascia costiera tra i comuni di Cefalù, Finale di Pollina e Campofelice di Roccella, ai danni di società di distribuzione dell'energia.
La banda utilizzava una canna da pesca con una tronchesina sull'estremità, opportunamente costruita per raggiungere i cavi dell'alta tensione e tranciarli attraverso un marchingegno che consentiva di azionare l'arnese. L'indagine ha fatto luce su ulteriori 50 furti di rame (la maggior parte effettuati sui tralicci della pubblica illuminazione) e la conseguente ricettazione di circa 6 tonnellate di oro rosso, per un valore di oltre 300 mila euro.