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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Lacrime e sorrisi" ai funerali di Totò Minio

La commemorazione, ospitata nella cappella mormone di via Pier Santi Mattarella, ha riunito amici e familiari in un momento in cui ricordare questo ragazzone buono di cui si potrebbero raccontare decine di aneddoti

Tanti amici, molta commozione, nessun sorriso: e proprio quest'ultimo aspetto è quello che più tocca quando si parla di Totò Minio, che ha saputo regalare allegria e buonumore a chiunque l'abbia frequentato. La commemorazione, ospitata nella cappella mormone di via Pier Santi Mattarella, ha riunito amici e familiari in un momento in cui ricordare questo ragazzone buono di cui si potrebbero raccontare decine di aneddoti. Tra gli amici che sono intervenuti, anche Riccardo Gaz che lo ha definito "guerriero silenzioso" e un "amico con la a maiuscola". Ha anche ricordato un episodio di vita vissuta che sarebbe andato benissimo per uno sketch comico, quando Totò, all'epoca impiegato in un servizio di pizza taxi, si rifiutò di portare una ordinazione al settimo piano, con l'ascensore rotto, consigliando a chi gli rispose al citofono di farsi "una bella spaghettata aglio e olio".

"Era troppo buono, troppo divertente", ha detto qualcuno. "Troppo disponibile, troppo riservato: se solo avessi saputo quello che aveva passato per le sue condizioni di salute gli sarei stato più vicino", dice qualcun altro. Ma è proprio quello il punto, era sempre di buonumore, altruista, sempre disponibile ad ascoltare i piccoli "dolori" che gli raccontava chi lo cercava per avere conforto: il suo non "condividere", era probabilmente un tentativo di non "gravare" su nessuno, e con estrema delicatezza far si che la voglia di stare con lui fosse puramente dettata dall'allegria, senza alcuna "macchia" di dolore o compassione (nell'accezione pura del termine: di partecipazione alla sua sofferenza).

E ancora una volta questa riflessione costituisce un grande insegnamento che Totò ha offerto a tutti: bisogna godere della vita, delle persone fin tanto che ne abbiamo la possibilità, proprio per il gusto di starci assieme e nella consapevolezza che siamo solo di passaggio ("Tutti ddra ama essiri", una volta ha detto sorridendo).

Durante l'incontro è stato offerto un momento di riflessione sulla vita dopo la morte. Argomento su cui Totò era abbastanza polemico: per sua stessa ammissione non credente e con una visione abbastanza deterministica della vita, per nulla fatalista, avrebbe avuto un bel pò da dire. Per lui la vita è ciascuno di noi a scriverla, ponendo in essere azioni e scelte. E dopo la morte, secondo lui, non ci sarebbe stato nulla.

Ma a ben guardare la gente che già sente la sua mancanza come un vuoto incolmabile, e che giurerebbe che "se il Paradiso esiste lui è uno di quelli che di certo lo merita", si potrebbe quasi azzardare che non solo c'è qualcosa dopo la morte, ma anche che Totò non smetterà di "esistere": tanti sono gli agrigentini nella cui vita "ha lasciato un segno indelebile", per le grandi doti umane, e che continueranno "a sentirlo vicino".

Lo si percepisce nei racconti di chi ha voluto esserci per dirgli "arrivederci", prima della tumulazione avvenuta a Piano Gatta. Lo si "legge" nei discorsi degli amici che non possono fare a meno di piangere la sua scomparsa, inframmezzando le lacrime alle risate per questo o quell'aneddoto che lo riguarda, e anche sui social dove ancora non si placa l'incredulità: una "baraonda" che a lui sarebbe piaciuta, l'avrebbe fatto sorridere visto che in un'occasione analoga, in cui la sensibilità colletiva fu toccata da un'altra scomparsa prematura, ebbe modo di dire: "Mi, e cu è? Pari ca murì u papa. Sa quannu moru iu cu cci veni". Tanta gente, Totò, tutti quelli che ti hanno amato: ti sarebbe piaciuto (o ti starà piacendo, se guardi da dove ti troverai adesso) vedere il "subbuglio" che hai creato.

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