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Venerdì, 19 Aprile 2024
Bufera nell'Arma

Fuga di notizie sull'arresto di un maresciallo? La difesa del comandante provinciale: "Intercettazione contro di lui è inutilizzabile"

L'udienza preliminare a carico del colonnello Vittorio Stingo e degli ufficiali Augusto Petrocchi e Carmelo Caccetta, accusati di rivelazione di segreto di ufficio, si è aperta con le richieste dei legali: "Anche se avesse parlato di quell'episodio non avrebbe commesso alcun reato"

"L'intercettazione fra il luogotenente Carmelo Caccetta e un carabiniere dello stesso reparto non è utilizzabile perchè disposta nell'ambito di un altro procedimento e, in ogni caso, anche qualora il comandante provinciale avesse riferito quelle circostanze sarebbe stato autorizzato a farlo e non avrebbe commesso alcun reato".

L'udienza preliminare a carico del colonnello Vittorio Stingo e di due ufficiali del comando da lui diretto ovvero Augusto Petrocchi, a capo della Compagnia di Licata, e del capitano Carmelo Caccetta, ex comandante del Nucleo operativo radiomobile della stessa Compagnia, si è aperta con un lungo intervento della difesa.

L'avvocato Salvatore Pennica, in particolare, difensore di Stinco e di Petrocchi (quest'ultimo insieme alla collega Daniela Posante, Caccetta è assistito dal legale Santo Lucia) ha presentato una memoria con cui chiede il non doversi procedere del comandante provinciale e solleva alcune eccezioni preliminari.

I primi passi della vicenda risalgono al giugno di due anni fa: l'allora procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, adesso a capo dei pm di Roma, comunica - "lecitamente", come sottolinea l'atto di accusa dei pm agrigentini - a Stingo che il Ros di Palermo aveva in corso un'attività di indagine che coinvolgeva alcuni suoi uomini e, in particolare, alcuni carabinieri della Compagnia di Licata.

Da settembre dello stesso anno e fino al giugno successivo, sempre in maniera legittima, secondo la ricostruzione della procura di Agrigento, un alto ufficiale dell'Anticrimine aggiorna Stingo, evidentemente per ragioni istituzionali, degli sviluppi della vicenda comunicandogli che il militare indagato era il luogotenente Gianfranco Antonuccio, in servizio alla Compagnia di Licata, che da lì a breve fu arrestato con l'accusa di avere chiesto tangenti in cambio di favori e coperture.

L'ufficiale lo informò degli sviluppi dell'indagine e della possibilità di una misura cautelare. Stingo "violando i doveri inerenti le funzioni - è l'atto di accusa dei pm - rivela le circostanze al sottoposto capitano Petrocchi al fine di avviare una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale di Antonuccio".

In questo modo, secondo il procuratore reggente Salvatore Vella e il pm Maria Barbara Cifalinò che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, "mettendo concretamente a rischio il buon esito dell'attività di indagine". A quel punto Petrocchi avrebbe, quindi, riferito a Caccetta e a un altro carabiniere le informazioni apprese da Stingo sempre per le stesse finalità ovvero far trasferire la "mela marcia" della Compagnia. Il tutto, però, "prima che venisse arrestato o fosse nota la sua condizione di indagato".

Su questo punto si è soffermata la difesa di Pennica chiedendo di dichiarare inutilizzabile l'intercettazione, disposta nell'ambito del procedimento a carico di Antonuccio, in cui si sente Caccetta che rivelerebbe la circostanza a un militare. "E' stata disposta nell'ambito di un altro procedimento".

Pennica ha aggiunto: "Anche ammettendo che il colonnello Stingo abbia riferito a Petrocchi, nel corso dell’incontro di Naro, dell’esistenza di un’indagine a carico di Antonuccio - e di null’altro visto che l’odierno imputato non era a conoscenza di altri dettagli operativi – stante la sua qualifica di comandante al tempo del dialogo, ben poteva essere messo al corrente delle circostanze riguardanti Antonuccio, quale suo diretto sottoposto gerarchico". 

Argomenti ai quali ha replicato il procuratore reggente Salvatore Vella e su cui il giudice Micaela Raimondo si è riservata di decidere. L'udienza è stata aggiornata al 12 aprile. 

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