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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca Cianciana

Giustizia e verità, l'agrigentino Francesco Passafiume: "Via dalla mia terra, papà non ti dimentico"

Sotto il cielo sereno, ad un certo punto, però, arriva un fulmine a squarciare ogni cosa. Una mano criminale ti porta via la parte più importante di ogni bambino, un genitore

Sei un imprenditore, uno studente, un pizzaiolo o anche un "cervello" in fuga?  Abbiamo deciso di dare voce agli agrigentini fuori sede. Le loro esperienze, i loro racconti e le loro storie possono essere da esempio per chi ha voglia di tornare o anche di restare. Dedicheremo uno spazio settimanale, un focus che serva a raccontare le vite ormai lontane dall’ombra della Valle dei Templi. Un microfono aperto a tutti, una volta a settimana. Sei un agrigentino fuori sede? Raccontati ad AgrigentoNotizie.

La vita perfetta, perché è stracolma di serenità e felicita. Gli amici di sempre, gli stessi posti ed una terra che ami e dalla quale mai vorresti andare via. Sotto il cielo sereno, ad un certo punto, però, arriva un fulmine a squarciare ogni cosa. Una mano criminale ti porta via la parte più importante di ogni bambino, un genitore. Così, il cielo inizia ad essere pesante e le nubi diventano compagni di avventura. Il volto della settimana è quello di Francesco Passafiume. Nel 1993 Cosa Nostra uccise il padre di Francesco, Diego Passafiume. Un efferato omicidio che cambiò totalmente la vita di Francesco. Da ragazzino a uomo, così: d’un lampo e senza preavviso. Francesco ricomincia, senza paura ed a testa alta. Suo padre alla desta del cuore e la sua voglia di rivincita che è diventa una compagna di viaggio. Ecco la storia di Francesco Passafiume.

Ciao Francesco, raccontaci la tua storia

"Mi chiamo Francesco Passafiume sono originario di Cianciana. Ho lasciato la mia terra all'età di 18 anni. Mi sono diplomato nel 1999 presso L’IpIA Archimede di Cammarata. Fino all'età di 14 anni ero un ragazzo spensierato, adoravo il mio paese i miei amici e le feste improvvisate. Proprio nel bello della mia giovane età, mio padre venne ucciso dalla mafia.
Sono figlio del piccolo imprenditore ucciso a Cianciana il 22/08/1993. Un mondo perfetto che si è capovolto in un istante.
La mia vita, improvvisamente, piena di problemi e di responsabilità. Un pesante fardello che ci portiamo addosso e la mancata giustizia che ancora dopo 26 anni non riesce ad essere celere. Ci auguriamo presto che si possa fare piena luce alla nostra semplice richiesta di giustizia e verità. Subito dopo essermi diplomato come tecnico delle industrie elettriche, mi sono trasferito al nord Italia. Da quando vivo in Emilia-Romagna la mia vita si è gradualmente realizzata. Sono un technical progress e maintenance specializzato in  impianti elettrici per l'automazione industriale da circa 18 anni. Eseguo impianti per le maggiori aziende mondiali del settore beverage, packaging, filling e food processing come coca-cola, Heineken, Unilever, Nestlé, Danone etc. Sogno di portare le mie conoscenze tecniche e di aprire un'attività in Sicilia, proprio nella mia terra, ma il solo pensiero che mio padre abbia perso la vita solo perché voleva essere libero, mi fa riflettere molto. Purtroppo leggendo i giornali, Tale mentalità  è rimasta tale e quale". 

- Ti manca la tua terra?

"La  mia Sicilia mi manca un molto. Mi manca il mare, i giardini con le arance in fiore, le grandi riunioni con gli amici e parenti, ma soprattutto il cibo genuino".
 

- Hai dei consigli per i giovani agrigentini? 

"Investite sulle vostre idee e credeteci fino in fondo e soprattutto siate liberi, perché le idee e le capacità sono le vostre e di nessun altro.
 

- Cosa cambierei di Agrigento?

"Agrigento, mettendo da parte la mentalità della gente, ha poco da cambiare. Abbiamo un potenziale importante. Mare, cibo, cultura ed un business di turisti che potrebbe diventare ancora più prezioso basandosi sulle idee e sul coraggio dei nostri brillanti ragazzi. Purtroppo, molti di loro, si realizzano all’estero. I cosiddetti cervelli in fuga, lontano dalla propria Sicilia per paura dei siciliani stessi o solo per libertà imprenditoriale. La Sicilia è dei siciliani, Agrigento è degli agrigentini: solo loro possono cambiare tutto”.

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