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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Falsi invalidi, fissate tre udienze per il verdetto dei processi

Nei giorni in cui la Procura notifica l'avviso di conclusione delle indagini per il secondo filone si avvia all'epilogo quello principale con 69 imputati

Tre udienze per il verdetto, proprio mentre il pm Andrea Maggioni fa notificare l’avviso di chiusura dell’inchiesta bis apprestandosi forse a chiedere l’accorpamento dei due fascicoli in un unico maxi processo con quasi 150 imputati. Per tutta la mattinata di ieri, davanti al giudice dell’udienza preliminare Stefano Zammuto, hanno discusso i difensori dei dieci imputati (su una lista complessiva di 69) che hanno scelto il giudizio abbreviato.

Chiusa inchiesta per altri 80 indagati

Il processo è quello che ipotizza un collaudato sistema che, attraverso due “bande parallele” aveva messo in piedi un giro di certificazioni false che, con la complicità di medici infedeli e faccendieri senza scrupoli, attestava invalidità e patologie finalizzate a truffare lo stato e in particolare – da lì il nome dell’inchiesta “La carica delle 104” – ottenere i benefici previsti dalla legge per disabili e rispettivi familiari che hanno la possibilità di ottenere trasferimenti, se sono dipendenti pubblici, nelle proprie province di residenza. Nello stralcio abbreviato del processo il pm Maggioni ha chiesto dieci condanne da un minimo di due anni fino a quattro anni e mezzo. Le indagini, svolte sul campo dalla Digos, "hanno accertato in modo inequivocabile – aveva sottolineato il pm nella requisitoria - l'esistenza di una rete di faccendieri che metteva in contatto medici corrotti con pazienti che erano disposti a pagare per avere l'attestazione di una falsa invalidità da usare per lucrare i benefici della legge 104".

Chieste dieci condanne per medici e pazienti 

La presunta "fabbrica" di falsi invalidi, in alcuni casi è stata scoperta con le immagini impietose delle telecamere che hanno filmato le sceneggiate degli arrivi per la visita davanti alla commissione in ambulanza e barella, salvo poi scendere a piedi, convinti di non essere visti. Due anni di reclusione sono stati proposti per Antonino Cinà, 59 anni, medico otorino; 4 anni e 6 mesi per Antonia Matina, 59 anni, di Favara, ortopedico; 3 anni per Giuseppe Cuffaro, 35 anni, di Raffadali, paziente accusato di avere corrotto i medici per ottenere un falso certificato; 3 anni e 4 mesi per Patrizia Ibba, 39 anni, di Raffadali; 3 anni per il fratello Roberto di 42 anni; accusati pure di avere ottenuto un falso certificato; 2 anni e 6 mesi per altri cinque imputati ai quali pure di avere "comprato" dei certificati medici che attestavano una falsa patologia: Domenico Giglione, 48 anni, di Raffadali; la madre Eleonora Moscato, 82 anni; Giuseppa Barragato, 42 anni, di Palma; Vincenzo Gaziano, 64 anni, di Agrigento, e Giuseppe Aquilino, 57 anni, di Palma. Lo stralcio abbreviato continua il 17 novembre e il 15 dicembre. Il 26 gennaio saranno decisi anche rinvii a giudizio e patteggiamenti. 

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