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Giovedì, 25 Aprile 2024
La protesta / Racalmuto

Festa della Madonna “snaturata” per le nuove norme di sicurezza, il carro si ferma e nessuno prende la bandiera del cilio

Non è stata proprio digerita l’imposizione di Questura e Prefettura di impedire la tradizionale “contesa” per la conquista del prezioso vessillo che, a questo punto, rimane al vecchio detentore stabilendo uno strano record di longevità

Una protesta plateale per esprimere tutto il disappunto nei confronti di una decisione che non è stata né capita né tanto meno digerita. E così l’edizione 2022 della tradizionale festa della Madonna del Monte di Racalmuto diventa in un certo senso “unica” per un episodio che, proprio nel momento clou della manifestazione, ieri sera, sabato 9 luglio, testimonia tutto il disappunto dei fedeli.

Per motivi di sicurezza, infatti Questura e Prefettura avevano vietato la presa del cilio (sul carro come da tradizione si posiziona la bandiera che diventa poi “contesa” tra più squadre per accaparrarsela) per motivi di sicurezza. Una bandiera ricamata a mano con materiali preziosi che anticamente, per i proprietari terrieri in età di matrimonio, diveniva oggetto del desiderio dal forte valore simbolico: chi se ne impossessava, infatti, avrebbe avuto la “certezza” di sposarsi entro l’anno. Oggi questa gara “sceneggiata” è diventato uno dei momenti più suggestivi e amati dalla gente che si stringe alla Madonna: una corsa alla presa della bandiera che però è stata vietata. Le nuove disposizioni, infatti, impongono che venga deciso a priori chi deve prendere la bandiera consentendo quindi ad una persona di arrampicarsi sul cilio. Un compromesso, insomma, che non è piaciuto a nessuno e che ha infiammato la protesta.

Arcivescovo Damiano festa Madonna del Monte - Racalmuto 2022 - Facebook-2

Durante la tradizionale processione, infatti, i “Burgisi” (che rappresentano gli antichi proprietari terrieri) hanno feramato il carro nel bel mezzo di corso Garibaldi - all’altezza di via Gramsci, dove il cilio si ferma tradizionalmente - senza che nessuno si arrampicasse e lasciando, quindi, la bandiera appesa. Il detentore, a questo punto, complice anche lo stop imposto dalla pandemia, rimane Paolo Mattina che la terrà dunque con sé fino al 2023 dal 2019: uno strano record e probabilmente irripetibile “record” di longevità.

Alla festa, tra l’altro, ha anche partecipato l’arcivescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano. Fino a questa nuova decisione da parte delle istituzione, per tradizione venivano create 3 squadre composta da circa 4 o 5 persone che si contendevano la bandiera. Non una vera e propria “prova di forza” ma una sorta di drammatizzazione della lotta per conquistare l’ambito vessillo. Secondo i fedeli non si sono mai registrati episodi di violenza o di degenerazione se non un caso con qualche scazzottata che risale comunque a parecchi anni addietro.

Ecco perché in molti non hanno proprio compreso il perché di questa nuova limitazione.

Insomma, un sabato sera in cui, anziché la finta contesa, è andata in scena una protesta da parte dei “Burgisi” del tutto inedita per la festa più amata dai racalmutesi: “Questa città - hanno detto - non può essere etichettata come violenta o pericolosa. Le tradizioni non si toccano”.

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