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Cronaca Favara

"Violentò figlia puntandole contro una pistola", niente stop del processo

La difesa dà il consenso a proseguire dopo la sostituzione di un giudice del collegio, saranno sentiti gli ultimi testi del pm

La sostituzione del giudice Micaela Raimondo con il collega Manfredi Coffari non stoppa il processo a carico di un netturbino cinquantunenne di Favara - arrestato il 10 gennaio del 2019 e poi tornato libero per scadenza dei termini, con le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti ai danni della figlia - nel quale sono imputati pure la moglie e due cognati.

I difensori - gli avvocati Salvatore Cusumano e Davide Casà - hanno dato il consenso ad utilizzare gli atti già acquisiti al fascicolo del dibattimento e proseguire normalmente. Il collegio presieduto da Wilma Angela Mazzara ha, quindi, rinviato il processo al 30 giugno per sentire gli ultimi testi del pm. 

Fre le accuse a carico del principale imputato pure quella di avere colpito la figlia a calci e pugni per stordirla e violentarla. Gli abusi sarebbero avvenuti anche in presenza dei tre nipoti in tenera età o con la minaccia della pistola.

A processo sono finiti anche la moglie e due cognati, accusati di favoreggiamento per avere mentito al pm durante le indagini con l'obiettivo di garantire l'impunità al presunto "mostro". 

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