rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Guerra Ucraina

Sul bus "di Carla" anche l’ex ciclista della nazionale Sergii: "In contatto con 250 profughi che sperano di mettersi in salvo"

La missione umanitaria partita da Favara, strada facendo, raccoglie apprezzamenti e gesti di solidarietà: non ha pagato il traghetto per attraversare lo Stretto e ai tre autisti e cinque occupanti del pullman è stata perfino offerta la cena nel Salernitano. All'alba anche l'Austria ha concesso un permesso speciale per attraversare gratuitamente i caselli autostradali 

Ha salvato la nonna e la zia, ma anche un’altra famiglia, che sono riuscite a scappare dall’Ucraina e dalla guerra. Con la sua macchina, una sette posti, ha portato tutti in Italia, ha trovato loro degli alloggi a Roma e da ieri sera è sull’autobus “di Carla” che ha appena varcato il confine con l’Austria e che fra circa 15 ore arriverà in Polonia. E’ Sergii Klimakov, 31 anni, ex ciclista professionista, che ha fatto parte della nazionale ucraina ed ha partecipato ai mondiali. E’ stremato avendo fatto, negli ultimi giorni, avanti e indietro dalla sua patria, ma anche dall’aeroporto di Fiumicino per recuperare altri connazionali che sono riusciti ad arrivare in Polonia prima e con un volo a Roma.

Il giovane, padre di quattro figli, è stato, ed è ancora, il très d’union con la famiglia Bartoli che, da ieri, ha dato il via alla missione umanitaria “Favara for Ukraine”. “Su Telegram ho più di 250 persone che sperano di potersi mettere in salvo arrivando in Italia. Ma ho anche sfoghi di connazionali che sono arrivati in Belgio e che stanno avendo difficoltà di identificazione – spiega l’ex ciclista che ha vissuto nel quartiere balneare di Agrigento: San Leone - . Con questo viaggio partiranno in 50, ma gli altri aspetteranno altri autobus, due dei quali dovrebbero arrivare sabato. E’ complicato, ma sto facendo di tutto per mettere in sicurezza i miei connazionali che arrivano in Polonia e non riescono a fare ulteriori trasferte”. Si tratta di gente povera, anzi poverissima, che ha perso ogni cosa e che talvolta attraversa la foresta per riuscire a giungere in Polonia.

La missione umanitaria, partita dall'estremo Sud, continua, strada facendo, a raccogliere apprezzamenti e gesti di solidarietà: ieri non ha pagato il traghetto per attraversare lo Stretto fra Messina e Villa San Giovanni e, in serata, ai tre autisti e cinque occupanti del bus “di Carla” è stata perfino offerta la cena a Fisciano (Salerno). All'alba, poi, anche l'Austria ha concesso un permesso speciale per attraversare gratuitamente i caselli autostradali. 

Diario di bordo, “Favara for Ukraine” ha lasciato l'Italia: tanta generosità per la spedizione umanitaria

“Quando sono andato via dall’Ucraina, perché mia moglie non si sentiva sicura, ho vissuto a Torino che era però una città cara – Sergii prosegue il racconto - . E poi, grazie ad un amico, mi sono trasferito ad Agrigento”. Sergii è da 8 anni che vive a distanza scontri e conflitti con la Russia. “Siamo andati via quando la situazione ha cominciato a precipitare, anche se non è mai stata come nelle ultime settimane – argomenta - . Gli italiani sono forti e con un cuore grande e stanno aiutando, per come riescono, molti miei connazionali”. Quello che, su iniziativa della sedicenne Carla Bartoli che studia a Parigi e che vuole intraprendere la carriera diplomatica, sta facendo la mamma Florinda Saieva che con un pullman pieno di viveri, coperte e medicine sta raggiungendo la Polonia, al confine con l’Ucraina, da dove soccorrerà, trasferendole nell’Agrigentino e nel Nisseno, 50 persone: donne e bambini soprattutto. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sul bus "di Carla" anche l’ex ciclista della nazionale Sergii: "In contatto con 250 profughi che sperano di mettersi in salvo"

AgrigentoNotizie è in caricamento