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Cronaca Favara

La lunga scia di sangue che "lega" Favara, Porto Empedocle e Liegi

Lo scorso settembre un favarese venne ferito a Liegi ed un empedoclino venne ucciso. Un mese dopo, in corso Vittorio Emanuele, venne freddato un quarantaduenne ed un paio di settimane fa un cinquantenne venne ammazzato in Belgio

Una scena già vista: un magazzino, le lampade dell'illuminazione pubblica accese, il nastro bianco e rosso che sbarra una strada, le gazzelle dei carabinieri che invadono e circondano il luogo dell'agguato. Era già accaduto a Favara - e non è neanche stato la prima volta - che di sera, ma davanti ad un magazzino, venissero esplosi una raffica di colpi d'arma da fuoco.

Una scena già vista perché era la fine di gennaio del 2015 quando, in un magazzino adibito a deposito di bibite, in via Fausto Coppi, veniva freddato l'imprenditore cinquantunenne Carmelo Bellavia. Anche allora, appunto, era di sera - almeno un paio d'ore prima rispetto al tentato omicidio di ieri in via Torino - . Ed anche allora Favara piombò nel caos e nello sgomento. L'omicidio di Bellavia venne, però, subito, da investigatori ed inquirenti, inquadrato. Quella è pertanto tutta un'altra storia. Le uniche, apparenti, analogie sono legate al fatto che - in entrambi i casi - i colpi d'arma da fuoco vennero sparati di sera, davanti ad un magazzino. 

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Il tentato omicidio di ieri sera in via Torino non è stato invece ancora inquadrato. I carabinieri stanno valutando diverse ipotesi. Ma servirà del tempo. Tempo per sentire le testimonianze, per studiare tutti i dettagli e per suffragare le ipotesi investigative che, attualmente, vengono messe in piedi dagli investigatori. Perché non c'è una ipotesi investigativa privilegiata. 

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