Statue di immagini sacre fra i rifiuti, dopo gli oltraggi è il tempo dell'inciviltà ... e della vergogna
Anche se quelle statuette fossero andate, involontariamente e accidentalmente, distrutte, non è certamente per strada in mezzo all'immondizia che dovevano finire per essere smaltite
Ci sono realtà - Morreale, nel Palermitano, qualche anno fa, ne fu l'esempio - dove le statue della Madonna, di Padre Pio e di Santa Rosalia riuscirono a fermare i rifiuti. Strade invase dalla spazzatura si trasformarono, all'improvviso, in luoghi di devozione e dunque tornarono ad essere linde e pulite. Non è lo stesso, invece, a Favara dove sono proprio le statue - raffiguranti immagini sacre - che compongono gli immondezzai. Uno in maniera specifica. Fra i rifiuti, abbandonati accanto ai cassoni per la raccolta dei vestiti, in via Aldo Moro, nei pressi della villetta comunale, ci sono infatti anche loro: una statua che sembra essere di Padre Pio e una del Sacro cuore di Gesù. Sembrano. Sembrano, perché non hanno più la testa.
Statue di circa 30 centimetri e, a poca distanza, anche dei piedistalli. Tutto fatto a pezzi. Statuette che, al solo vederle in mezzo ai sacchi abbandonati di rifiuti, hanno turbato i più sensibili e credenti, ma che hanno anche indignato perché - benedette o non - non è così che vanno trattate quelle che sono immagini sacre.
Se dunque ci sono quartieri popolari (a Morreale appunto) dove statuette del genere sono riuscite a combattere l'inciviltà, ci sono - purtroppo - altre realtà dove non si conosce neanche il vero significato delle parole civiltà e rispetto. Perché anche se quelle statuette fossero andate, involontariamente e accidentalmente, distrutte, non è certamente in mezzo ai rifiuti gettati per strada che avrebbero dovuto finire per essere smaltite. E', dunque, il tempo - dopo che nel 2018 e nel 2019 si sono registrati dei veri e propri oltraggi - della vergogna.