Spaccio di cocaina e hashish con messaggi “in codice”: chiesti 13 rinvii a giudizio
Almeno 30 gli episodi di cessione di droga. I presunti pusher, secondo gli inquirenti, comunicavano attraverso un linguaggio criptico
Il 30 novembre davanti al gup del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo: l’inchiesta che ipotizza uno smercio di droga, prevalentemente cocaina e hashish, ad Agrigento, Canicattì, Favara e Racalmuto, approda in aula per l'udienza preliminare.
Si contestano circa 30 episodi di spaccio avvenuti tra l’agosto e l’ottobre del 2018. E nello stesso periodo, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati commessi atti incendiari a scopo di intimidazione.
Secondo le indagini, inoltre, i presunti pusher comunicavano con gli acquirenti attraverso messaggi in codice, con frasi come “red bull”, “pony bianco”, “coniglio cucinato”, “bottiglie di vino”.
I destinatari degli avvisi di garanzia sono Gaspare Volpe, 63 anni di Favara; Cristian Schifano, 31 anni di Favara; Emilio Nobile, 27 anni di Favara; Giovanni Sanfilippo, 35 anni di Favara; Calogero Salvaggio, 53 anni di Favara; Salvatore Tinaglia, 50 anni di Favara; Calogero Bosco, 38 anni di Favara; Giuseppe Sperlinga, 38 anni di Canicattì; Renata Madalina Geambasu, 26 anni residente a Canicattì; Ignazio Agrò, 63 anni di Racalmuto; Petronela Buliga, 30 anni residente ad Agrigento; Davide Licata, 36 anni di Racalmuto; Ignazio Sicilia, 47 anni di Favara accusato anche di avere appiccato un incendio a un’auto e al portone d’ingresso di un’abitazione.
L'inchiesta è stata condotta dal pubblico ministero Gloria Andreoli. All'udienza preliminare i difensori (fra gli altri, gli avvocati Salvatore Cusumano, Giuseppe Barba, Angelo Asaro e Pasquale Vullo) potranno chiedere un rito alternativo come l'abbreviato o il patteggiamento.