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Giovedì, 25 Aprile 2024
I retroscena / Favara

Inchiesta "Dark community": col paniere calato dal balcone avveniva lo scambio droga-soldi, "roba" che veniva pagata anche con prestazioni sessuali

Le riprese video hanno cristallizzato come gli ospiti della struttura per disabili psichici e tossicodipendenti venissero maltrattati e minacciati quando si azzardavano a protestare o recriminare per eventuali carenze nella gestione della comunità

Calavano dal balcone della comunità il paniere e avveniva lo scambio droga-denaro. Talvolta le bustine - contenenti cocaina, hashish e marijuana - venivano lanciate proprio verso quel balcone dove l'ospite attendeva la dose. Nel terrazzino della struttura, lo stesso ospite iniziava subito a confezionare, ed anche a consumare, lo stupefacente. Le riprese video, ma anche le intercettazioni telefoniche, non hanno lasciato alcun dubbio. E hanno cristallizzato - ai fini dell'accusa - anche il fatto che, all'interno della comunità per disabili psichici e tossicodipendenti, gli ospiti venissero maltrattati e minacciati quando si azzardavano a protestare o recriminare per eventuali carenze nella gestione della struttura di ricovero. Maltrattamenti e minacce che servivano, di fatto, a calmarli.

L'inchiesta "Dark community" ha portato alla luce anche il fatto che uno degli spacciatori s'è reso responsabile anche di reati di natura sessuale: approfittando dello stato di disagio psichico e della richiesta di droga da parte dei ricoverati - questa è l'accusa formalizzata dalla Procura della Repubblica di Agrigento - otteneva che la cessione di stupefacenti venisse pagata con prestazioni sessuali. E per convincere la ragazza-vittima a proseguire la relazione sessuale, l'indagato s'è anche spinto a minacciare di diffondere i video, a chiaro sfondo sessuale, che li ritraevano assieme. 

"Spacciavano stupefacenti all'interno di una comunità alloggio per disabili psichici", scatta il blitz: eseguite 7 misure cautelari

L'inchiesta "Dark community" è nata da una precedente attività investigativa concentrata sullo spaccio di droghe pesanti. Indagando su altro, i carabinieri della tenenza di Favara hanno dunque scoperto dinamiche che coinvolgevano anche questa comunità dove erano, appunto, in cura persone con gravi patologie psichiche e di tossicodipendenza. Ed è proprio a questo punto - era il febbraio del 2021 - che sono state avviate le attività tecniche: riprese video ed intercettazioni sono proseguite fino all'ottobre dello stesso anno. L'inchiesta si è chiusa con un totale di 13 indagati, sette dei quali appunto sono stati raggiunti da misure cautelari. Fra i coinvolti anche dei dirigenti della comunità ed operatori socio-assistenziali. Sarebbe emerso, stando alle accuse formalizzate, il coinvolgimento degli operatori che facevano da intermediari per la cessione della droga all'interno della struttura. Raggiunti dai provvedimenti, firmati dal gip Stefano Zammuto e richiesti dal procuratore capo facente funzioni Salvatore Vella e dal sostituto Paola Vetro, anche dei pregiudicati che si occupavano di reperire la droga e consegnarla. 

Alla notifica dei provvedimenti cautelari, come procedura esige, sono seguite - con in campo tre unità cinofile dell'Arma dei carabinieri di Palermo - le perquisizioni nella struttura di ricovero e assistenza e nei domicili di alcuni indagati. E' stata trovata, e sequestrata, "roba". Ma s'è trattato di modiche quantità.  

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