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Lunedì, 25 Settembre 2023
Inchiesta "Dark Community" / Favara

"Vedi che dobbiamo combinare .. questi mi mandano in galera", cresce la tensione: pusher di disabili e tossicodipendenti ha paura

L'intercettazione: "... capace che vanno in caserma .. una cosa ed un conto … gli esce qualche parola dalla bocca .. qua mi consumano a me!”

“ … vedi che devi fare .. perché i ragazzi ci parlano .. con il responsabile … vedi che minchia dobbiamo combinare se no .. questi mi mandano in galera … capace che vanno in caserma .. una cosa ed un conto … gli esce qualche parola dalla bocca .. qua mi consumano a me!”. Sono le ore 20,34 del 14 giugno del 2021 quando viene intercettata la conversazione telefonica fatta da Carmelo Cusumano, 52 anni di Favara. Cusumano - che, nell’ambito dell’operazione antidroga “Dark Community”, su disposizione del gip Stefano Zammuto, è stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – è preoccupato. Teme “che gli altri ospiti della comunità possano rivolgersi alle forze dell’ordine” – chiarisce l’intercettazione il giudice per le indagini preliminari - .

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Le riprese video, fatte dai carabinieri della tenenza di Favara che si sono occupati di sviluppare l’inchiesta – avevano permesso di “accertare come il canale di approvvigionamento della sostanza stupefacente degli utenti della comunità fosse Carmelo Cusumano, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari – ricostruisce il gip nelle pagine dell’ordinanza - . “Sono due giorni che sono coricato e tre giorni che non mangio … io neanche dalla stanza posso uscire più – prosegue l’intercettazione telefonica – che quelli mi hanno detto .. una volta che questa è l’ultima chance”.

Cusumano – stando a quanto è emerso dall’inchiesta, che è stata coordinata dal procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella e dal sostituto Paola Vetro – si “riforniva tramite il Capraro (Luigi Emanuele Capraro, 24 anni, che è stato destinatario dell’obbligo di dimora) e consentiva l’ingresso della sostanza stupefacente affidandosi alla creazione artigianale di un verricello dotato di sacchetto di plastica che veniva calato dal balcone della sua camera” – ha ricostruito sempre il gip - . Dopo la consegna, i militari “notavano il Cusumano che compiva tutte le fasi riconducibili al confezionamento dello stupefacente”.

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